Dieci
piccoli infami, Selvaggia Lucarelli
Gli
sciagurati incontri che ci rendono persone peggiori
Non
appena ho visto, sullo scaffale della mia libreria di fiducia, l’ultima fatica
di Selvaggia Lucarelli devo ammettere di essermi un poco meravigliata.
Folgorando con gli occhi la commessa, mi sono adombrata perché quella tanto
amata vetrina delle meraviglie stava pubblicizzando, al posto dell’usuale
romanzo russo con tanto di apparato filologico scritto da premio Nobel, un
prodotto di massa messo in commercio dalla grande “Rizzoli”. Gentile come
sempre, conoscendo i miei gusti letterari e ben contenta di viziarmi un po’
(anche perché, grazie al mio modo compulsivo di acquistare, ha potuto mettere
da parte quel tanto che serve per rifare il guardaroba…), Lei mi suggerisce di non
fermarmi alle apparenze. Senza troppo impegno, e con la giusta dose di senso
critico, anche il nuovo libro della mitica Selvaggia – mi dice – finirà per
ottenere il tuo “like”. Ho vacillato, lo ammetto; perché a me piace Nabokov,
Zola e Dostoevskij… Cosa c’azzecca una Lucarelli, per di più Selvaggia, all’interno
di questo personalissimo Pantheon? Tuttavia, mi sento attratta da questo agile
manufatto; e sono pure colpita dal titolo, quel Dieci piccoli infami, che trovo al limite del geniale.
Così
cedo.
Del
resto, come ci ricorda sempre Wilde, si può resistere davvero a tutto, tranne
che alle tentazioni e al superfluo. Allora, nascondendolo bene tra altri
volumi, così come faceva il Woody Allen con la rivista Orgasmo nel Dittatore dello
stato libero di Bananas, porto a casa il libro della Lucarelli. Volete
sapere l’effetto? Bene, ho passato un’intera serata a sghignazzare leggendo le
pagine del libro di Selvaggia! Uno dopo l’altro sono passati sotto ai miei
occhi, descritti con lucida e disincantata ironia, una serie di personaggi
negativi. Uomini e donne che hanno, negli anni, avvelenato la sua esistenza. Così,
leggendo dell’amica del cuore carogna e della suora dalla mano pesante, del
viscido maniaco e del parrucchiere anarchico, ho finito per ripensare alla mia
vita; e ai miei personali “dieci piccoli stronzi”. Come nella Coscienza di Zeno l’ironia di Selvaggia
(che tra l’altro scrive benissimo!) mi ha condotto a scoprire altro, dando l’avvio
a un processo di ricostruzione – “a spot” – di quelli che sono stati i peggiori
incontri della mia vita.
Partiamo allora colla mia personale
Top ten dei dieci piccoli stronzi, di
quelli cioè che "mi hanno reso un po' più cattiva"; di quelli che mi
hanno pure resa assai più consapevole di come non si possa sempre prendere alla
lettera la massima evangelica dell’ama il prossimo tuo.
Nessun commento:
Posta un commento