Consigli per una vita di coppia felice e per una singlitudine serena, senza troppi sensi di colpa.

venerdì 25 agosto 2017

Siamo tutti alla ricerca dell’amore


In una notte di pizzica, quando la taranta morde le fanciulle, rendendole folli e ribelli, ho incontrato due nuovi amici che mi hanno regalato la loro storia.
Un amore da poco sbocciato, una favola d’altri tempi.
All’inizio ho percepito poche parole: “farfalla”, “mare”, “spiaggia”; ovvero, esili orme da seguire, per andare alla caccia di un favoloso tesoro. Così ho deciso di approfondire, per poi raccontare.
Ubaldo parla tanto, da attore navigato quale è; affascinante e superbo, con occhi che ti scrutano dentro e ti studiano l’anima.
Vincenza è bellissima. I suoi occhi paiono quelli di una bambina, che balla sulle punte al suono di una melodia antica di tamburelli.
Entrambi sembrano camminare nel mondo con leggerezza e disincanto, con fantasia e coerenza; perché entrambi hanno mangiato il pane insipido della delusione.
Ubaldo per amore si è trovato a “non provare più amore”, nell’età in cui le persone avviano il bilancio della propria vita; nel momento in cui ci si chiede cosa si è sbagliato, quale esperienza non si è colpevolmente vissuta. Vincenza, innocente e geniale nella sua semplicità, ha invece imparato a cogliere sempre il lato positivo delle piccole cose.

di Anna Agati
Una farfalla, grande e nera, dalle sfumature dorate, un giorno si è posata, come d’incanto, mentre passeggiava sulla spiaggia, tra le sue mani. Con quella tra le dita, chiuse a conchiglia per proteggere l’esile respiro, si avvicina allora a questo signore. Lui è perso nella sua malinconia, ma la forza del sorriso di lei rompe gli argini e conquista. È un cataclisma. Lo strappa dal torpore vischioso di un qualche ricordo sbiadito, riportandolo alla vita con una semplice domanda: “scusi, secondo lei sopravvivrà questa farfalla? Gliela affido, non la faccia morire!”.
Non è un racconto magnifico, tremendamente surreale?
Credo che un quadro di Mirò non avrebbe saputo esprimere meglio l’anima naif di questa donna, profumata di sud e di magia. Del resto, entrambi leggono i segni: perché cos’è l’amore se non carte da decifrare?
Ubaldo, stranito e improvvisamente investito dalla luce, si lascia trasportare da tanta semplicità. Allora ritrova le sensazioni dimenticate, e il cuore ritorna a battere forte. Inizia anche ad avvertire un bisogno prepotente: rivedere quella donna, il giorno dopo.
Questa è una storia che sembra uscita da un’opera teatrale, di quelle a lieto fine, dove un Amleto distratto incontra un’Ofelia incantata, dove una farfalla galeotta vola in un Sogno di mezza estate, dove una Tempesta di emozioni porta all’isola che non c’è.
Non è un caso, quindi, che il prosieguo coinvolga un teatro; perché, in fondo, i primi passi di un amore sono sempre movimenti di un’innocente finzione: tra parole sommesse, personalità dismesse e fantasmi che, piano piano, diventano migliori, fino a sparire. Dove altro i due protagonisti potevano quindi darsi il loro primo appuntamento?
Così di scena in scena, il nuovo avanza sulle punte assieme a Vincenza, che la pizzica non la sa ballare (ma ce l’ha nel sangue).
Mentre l’amore nasce nel cuore di Ubaldo, che ha visto tanto del mondo (ma solo quando mi parla di Napoli ha gli occhi che brillano).

Mentre loro mi raccontano il resto del loro amore, seduti al tavolino di un bar del centro, alzo allora gli occhi; in cielo vedo una nuvola a forma di cuore. Per chi conosce l’arte della divinazione nulla è scontato: quel vapore acqueo addensato si fa dunque anticipazione. Diventa prolessi in nuovo romanzo.

P.S. si ringrazia la gentile collaborazione dell'artista ravennate Anna Agati per l'illustrazione.

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