Ho
incontrato oggi un nuovo amico, Gabriele,
che mi ha offerto un caffè per illustrarmi con calma il significato più vero di
un magico magico sintagma: il sesso
tantrico.
A
cuccia!!!! Non drizzate le orecchie, non agitate la coda (ok, ho sbagliato
metafora… ne convengo): con questo nuovo amico ho infatti solo discusso, senza
arrivare alla fase della dimostrazione pratica. Dovete comprendermi, purtroppo
sono una donna molto curiosa e sapere che tra i miei conoscenti v’è anche un novello
emulo di Sting mi ha convinta a
domandargli di raccontare. No, la somiglianza con Sting non è fisica (seppure
Gabriele sia un uomo bellissimo); e neppure il mio nuovo amico canta sul palco
come la popstar inglese. Piuttosto lo possiamo accomunare a Sting per la caratteristica che
maggiormente interessa le donne; ovvero, per l’assidua sua pratica dello yoga e
del sesso tantrico.
Dopo
avere indagato su frustini e manette, sciroppandomi classici dell’erotismo
BDSM, non vedevo l’ora di approfondire un modello totalmente differente di
rapporto. Così ho chiesto, facendo pure le dovute ricerche, e ho scoperto che
la pratica ha cambiato la vita di molte coppie. Alcune si sono riavvicinate
dopo anni, passati macinando rapporti sporadici e poco soddisfacenti; altri hanno
iniziato per dare una svolta piacevole alla relazione e per provare qualcosa di
nuovo (che non fosse uno scambio di coppia, un gioco di ruolo o la classica
manetta ai polsi). Altri ancora hanno appeso in camera il poster di Sting accanto a quello di Sai Baba, a
cui recitano l’OM tra un amplesso e l’altro.
Tralasciando
l’ironia, la prima caratteristica che mi ha colpito di tale esercizio è la condivisione.
Non
credo infatti sia possibile farlo in compagnia di partner occasionali, quelli
per intenderci “usa e getta”, arruolati per soddisfare rapidamente quella
“piccola voglia di buono”; al contrario, il tantra impone una certa assiduità,
che prevede anche di volere attraverso il sesso consolidare l’intensità e
l’armonia di un rapporto amoroso. Certo, come precondizione suggerirei anche l’iscrizione
ad un corso yoga di base (giusto per evitare imbarazzate corse al pronto
soccorso, con annessa la necessità di giustificare la ragione della paresi e
della rigidità di determinati muscoli). Dunque allenatevi a tenere a lungo la
posizione del fiore di loto, perché la lentezza dei movimenti aiuta la sintonia
della coppia e risveglia in entrambi la sessualità. E se il Tantra si tramanda
dal 400 a.C., arrivando tranquillo e felice ai giorni nostri, probabilmente un
motivo esiste. Ed ha a parecchio a che fare con il piacere della donna, oltre
che dell’uomo.
Il
secondo aspetto che mi ha letteralmente entusiasmata – grandi questi santoni indiani,
olé olé olé… – è nell’assoluta
centralità della donna, a cui il compagno deve dedicarsi totalmente.
Intendiamoci: non che i poveri maschietti debbano rinunciare al proprio piacere,
sottomettendosi ad un castrante protagonismo femminile; perché entrambi
trarranno grande soddisfazione dal rapporto, tuttavia quest’ultimo sarà
completamente ribaltato per quel che riguarda l’idea del ruolo della virilità (troppo
superficialmente e automaticamente identificata con l’erezione). L’importante è che, col sesso tantrico, ci si libera
una volta per tutte dello stereotipo dell’uomo “che non deve chiedere mai”. E
questo non solo ci permetterà di sintonizzare il suo ritmo al nostro, ma ci
insegnerà a comunicarci meglio, reciprocamente, le nostre emozioni ed i nostri
desideri. Perché, diciamocelo pure, ma quanto è triste sentirsi come un
attrezzo ginnico a disposizione del nostro lui? E quanto è avvilente capire che
il compagno scambia il nostro gemito – in realtà un terribile crampo alla
natica, dovuto ad una scomoda posizione – per un brivido di intenso piacere.
Col
sesso tantrico tutto cambia: il corpo
femminile è infatti protagonista assoluto, a partire dal suo fantastico orgasmo clitorideo (e la penetrazione, questa
divinità millenaria, in fondo non pare poi così fondamentale). Care signore,
possiamo tirare finalmente un bel sospiro di sollievo collettivo!
Nel
sesso tantrico si parla infatti di “orgasmo di valle”, da raggiugere grazie
alla percezione dei profumi, del calore del corpo, della morbidezza della pelle
o semplicemente entrando in reale connessione. Si riscopre poi lo scambio d’energia
tra maschile e femminile, come se si venisse trasportati all’origine del tempo
e al big bang dell’universo. La parola d’ordine, l’unica che possa spiegare
tale complessità, è quindi una sola: armonia, con il partner e con la forza primordiale
che riempie il cosmo.
L’ultima
avvertenza è che non bisogna avere fretta di imparare, perché il sesso tantrico
non si acquista in edicola assieme all’ultimo numero di Novella 3000. Per accedere al favoloso mondo di delizie e sapori occorre
tempo, adeguata preparazione dell’ambiente e dell’atmosfera. E perché no?
Magari qualche delicato massaggio con olii profumati, perché così si ritorna
anche un po’ bambini. Come quando la conoscenza passava attraverso l’esperienza
fornita dalle mani e dalla bocca. Così i nostri corpi diventano luoghi
sconosciuti da esplorare, dove perdersi per poi ritrovarsi.
Ps:
un grazie di cuore al dott. Gabriele Gardella che ha speso un po’ del suo tempo
per me.
Onorato
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