Anche l’adulterio è erotico. Il triangolo, che
riscatta la banalità del duo. Per la coppia non c’è possibilità di erotismo
senza l’aggiunta del terzo. Vero è che raramente esso è assente! se non in
persona, quanto meno nel pensiero di uno dei due partner... (cit. da Emmanuelle)
Mimmo Rotella |
Care
amiche, mettetevi a vostro agio e allungate le gambe sul
lettino; perché oggi il tema è “caldo”... , almeno quanto una giornata di inizio
agosto, vissuta nel bel mezzo della pianura padana (quando cioè i rivoli di
sudore scendono lungo la schiena pure se rimani immobile come una salma).
Oggi
si parla infatti dell’Altro, e
dell’insostenibile sua assenza in tempo di vacanze.
Quante
di voi sono infatti alle prese con i seguenti, angosciosi, problemi:
-
Posto
o non posto le foto con marito
e figli? E
se il “terzo” poi si offende?
-
Non
è che quest’ultimo potrebbe scappare se dovesse vedermi, dopo un trionfo di
foto in costosa lingerie e chat spericolate, vestita di un comodo e assai casto
costume da bagno?
Dunque
oggi si ragiona della “simpatica canaglia”, di quello salvato sul nostro
cellulare con altro nome (solitamente femminile, magari quello della zia
defunta); di colui che, almeno fino al mese di agosto, ha sempre ostentato
disinteresse nei confronti della nostra vita famigliare, promettendoci ad ogni
messaggio una sequela di fughe, di viaggi avventurosi e di brividi di piacere
(proprio perché la nostra libertà vigilata lo interessava, lo rassicurava ai
fini della conquista).
Ecco
di lui si tratta, del simpatico impenitente single che, nel momento stesso in
cui noi infiliamo rimpianti e infradito glitterati in valigia, posta su
facebook per dire quanto sia felice di star per partire per l’India. E si
domanda provocatorio se ci sarà ancora qualche centimetro di pelle libera sulla
schiena, per tatuare un bel Ganesha (con tanto di proboscide penzolante, ça vas sans dire ….). E
noi lì, combattute tra la familiare strapiena e l’aereo intercontinentale.
Così
finiamo per trasformare un meritato periodo di relax, magari un poco noioso ma
non necessariamente da disprezzare, in un incubo psicotico degno della migliore
Glenn Close di Attrazione fatale. Soprattutto
finiamo per dimenticare la vecchia e cara massima: “ad agosto amante mio non ti
conosco”. Basta un paio di nostri messaggi a cui non viene data risposta e
diventiamo furiose; non parliamo poi della reazione agli scatti da lui postati da
Ibiza (ma non doveva andare in India?????), in compagnia di una super gnocca
che pare essere appena uscita dal Liceo ….
Entriamo
allora in confusione, precipitando nel vittimismo e nei ben conosciuti meccanismi
di autocommiserazione; gli stessi che ci eravamo imposte di cancellare dopo l’ultima
seduta dal counselor (prova evidente,
direbbe Freud, che forse alcune pazienti amano la loro malattia e desiderano
ardentemente non venirne curate). Se
poi sei in Romagna, anziché sotto una palma; e ti ritrovi a mangiare pizza
fredda, passando il tempo a correre dietro ai figli dispersi sul bagnasciuga, giocando a minigolf al
parco dei gonfiabili e accarezzando l’idea di abbronzare a suon di bombe al napalm l’orchestrina
di liscio che ti sta perforando da mezzora il padiglione auricolare, ebbene qualche dubbio può venirti. Che tu, ad un certo punto della tua vita, abbia svoltato a destra anziché a sinistra? Che sia stata una cattiva idea quella, ad un certo punto del cammin di vostra vita, di abbandonare il progetto propostovi dal vecchio fidanzato, attivista di Greenpeace? Perché, in fondo in fondo, partire per una missione di salvataggio delle balene in Artico ti appare in questo momento assai più allettante della partecipazione alla festa
della cozza organizzata per questa sera dalla locale Proloco.
E
l’amante?
Ah, lui è bello e libero come l’aria, combattuto tra happy hour e
ragazze in bikini. Perché mica fa mistero delle sue conquiste, il porco
traditore! E mentre noi perdiamo il sorriso, incupendoci senza apparente
motivo, nostro marito si abbronza, perde finalmente qualche chilo a furia di
partite di racchettone e inizia a scambiarsi sorrisi colla vicina d’ombrellone.
Orsù,
care amiche; un petit peu de dignité! Perché
mai perdere il nostro buonumore a causa di un semplice balocco usato? Per
quell’oggettino simpatico, che non deve mancare mai nella borsetta di una
signora ma che può anche essere definito come “il superfluo ma assolutamente necessario”?
Allora,
parliamoci chiaro e senza ipocrisie:
1)
se è una storia clandestina facciamocene una ragione: è destinata a finire,
perché di marito ne abbiamo già uno e la poligamia rappresenta un inelegante
eccesso;
2)
in vacanza stacchiamo il telefono e godiamoci il ritorno in famiglia, le
piccole gioie quotidiane e rilassiamoci; anzi, diamo una mano al marito
affinché possa scatenare l’animale che è in lui (e se gli parlassimo
insistentemente della vicina d’ombrellone?);
3)
se l’altro è un impenitente scapolo, ricordatevi che la giovane di turno verrà
presto rispedita al mittente (di certo nel momento stesso in cui oserà posizionare
il secondo spazzolino nel bicchiere, sulla mensola in bagno).
Pertanto
il mio consiglio, citando Adrien in Paura
di volare, è il seguente: “smettiamo per un attimo di cercare l’amore e
tentiamo invece di vivere la nostra vita!”
vorrei parlarti mi scrivi?
RispondiEliminasognodinoidue@libero.it