“comunque non fu un gran
che. Una cosa media. Aveva ancora la bandiera a mezz’asta e si dimenava dentro
di me sperando che non me ne accorgessi...” (da Paura di
volare, di Erica Jong)
Quando
una fanciulla trova un nuovo fidanzato, noi amiche partiamo immediatamente con
un’analisi improntata alle sacre regole delle “5W” (Who?; What?; Where?; When?; Why? … a cui si
aggiunge, invariabilmente, un gigantesco How?);
che manco un premio Pulitzer – aggiungiamo senza tema d’essere smentite da un
qualche pruriginoso titolista – sarebbe cosi preciso nel rispettarle.
Perché,
diciamocelo pure, a noi interessa soprattutto l’How. E via a quel punto che scattano gli impietosi paragoni,
arricchiti da dotte citazioni tratte da anni di frequentazioni freudiane,
yunghiane e langhiane (sia detto tra parentesi che noi, ragazze alla moda, di psicanalisti
non ce ne siamo persi uno; anzi, molto probabilmente, senza neppure saperlo,
siamo noi stesse diventate materia di letteratura citata in convegni
internazionali).
Così,
come Isadora, conquistate dall’uomo alpha,
quello che ci fa battere il cuore e perdere la testa, una volta messo alla
prova, sperimentata l’orizzontalità del piacere, possiamo aver pensato “non è
capace; riuscirò a dimenticarlo”.
La
prima impressione è sempre veritiera: sappiatelo! Ciò nonostante, noi nulla…
non scappiamo via velocemente; anzi, finiamo per fissarci con ancora maggiore
accanimento. Indossiamo insomma i panni dell’assistente sociale,
dell’infermiera premurosa, e, ancora una volta, comprendiamo.
Certo,
avete ragione cari maschietti, a tutti può capitare una giornata storta, una
scivolata nella scala di valori costruita sulle lettere dell’alfabeto greco
tale da portare il vostro ego giù giù fino alla lettera Gamma (trovo che, anche visivamente, proprio questa lettera renda bene
l’idea della débâcle maschile)…
Il
problema in realtà è di noi ragazze, perché siamo troppo abituate a
giustificare i fallimenti del nostro Lui.
E così facendo ci priviamo delle doverose attenzioni, che ci spettano: a
partire dalla libido strappamutande che il partner DEVE avere. Al contrario, cerchiamo
mille scusanti e minimizziamo l’accaduto; tanto da arrivare quasi a incolpare
noi stesse (“non ero all’altezza, eppure ero sexy da paura… eppure ho fatto,
davvero, tutto il possibile...”).
Così
alla fatidica sua domanda (perché quella arriva sempre, soprattutto se facciamo
seguire un minuto di silenzio al “fu siccome immobile”): “che cosa stai
pensando?”, noi immancabilmente rispondiamo: ”A nulla: è stato bellissimo!”
Bellissimo?
Ma bellissimo un corno!
È
stato imbarazzante, deludente, noioso… e mi sono sentita più o meno trattata
come un’incudine martellata selvaggiamente da un sudato fabbro medievale.
Anzi,
sai che ti dico?
Ci
sarà un motivo per cui, con tante che ne hai avute, neppure una è rimasta?
E
sì, sarebbe bello se rispondessimo così; invece tutto ciò rimane solo nei
nostri pensieri, latente e inespresso. Perché siamo convinte che con gli uomini
sia necessario agire nascondendo e nascondendosi; sia necessario blandire l’ego
maschile, accarezzarlo e assecondarlo. Guai a rivelare quello che pensiamo realmente,
per non offendere o, semplicemente, per non farlo scappare immediatamente a
gambe levate.
Siamo
così sicure che l’uomo abbia bisogno di tanta complice ipocrisia?
Non
è che, in fondo in fondo, il suo desiderio sia quello di essere un Beta, un Omega, una Ypsilon… senza
dover vergognarsi delle proprie emozioni?
Così,
care ragazze, lo volete un consiglio? Quando il tipo con prestazione Gamma si reca trionfante in bagno, subito
dopo l’amplesso, pensandosi un magnifico Alfa,
voi non esitate: prendete la porta, ma quella di uscita! Senza ringraziare, mi
raccomando; perché, in fondo avete fatto un’opera caritatevole. E quando si fa
l’elemosina, come cita il Vangelo secondo Matteo, non occorre suonare la tromba.
vorrei parlarti mi scrivi?
RispondiEliminasognodinoidue@libero.it
Basta che si smetta di crederci all'alpha e allora si capisce qual'è il "vero uomo" non nel senso di particolarmente maschile in base ad ormai vetusti stereotipi di genere, ma una persona, nella fattispecie un uomo, adulto.
RispondiEliminaVale anche per la donna, però ;).