Consigli per una vita di coppia felice e per una singlitudine serena, senza troppi sensi di colpa.

domenica 22 ottobre 2017

Recensione per un amico: Poesie ritrovate



Poesia ritrovata? Sì, poesia ritrovata; perché in questi ultimi anni, così pragmatici e rozzi, ci siamo un po’ dimenticati dell’esistenza della poesia, definita dall’armonia e dalla bellezza. Forse perché irrimediabilmente distratti dal “logorio della vita moderna” (per citare una nota réclame liquorosa); forse perché chiusa in un qualche cassetto della memoria, tra le pagine di un’antologia scolastica ed i bigliettini inviati un tempo dai primi spasimanti. Si tratta però solamente di un’impressione, perché, in realtà, la poesia, quella vera ed appena sussurrata, ci è sempre stata accanto; avvolgendoci, muta ed immobile, in supplice e paziente attesa che il nostro sguardo distratto decidesse una buona volta a soffermarsi su di lei.
No, la poesia non se ne è mai andata: siamo noi che, ad un certo punto della nostra vita, abbiamo preferito volgere lo sguardo altrove. E, pieni di presunzione, abbiamo deciso di proseguire il nostro viaggio senza più curarci del melodioso ed indispensabile canto delle sirene. Quale che sia il motivo è difficile da dire, perché spesso non ce n’è mai uno solo. I più smaliziati potrebbero imputare il tradimento consumato nei confronti del verso lirico ad un orecchio pigro, disposto ad ignorare la voce della grazia piuttosto che impegnarsi nel conservarla e difenderla. Altri fanno la stessa scelta perché convinti che, nell’età adulta, non ci si possa permettere di concedere spazio al sogno. Qualcun altro infine decide di ignorare la poesia semplicemente per paura (di amare troppo, di svelarsi al prossimo o di lasciarsi sopraffare dalle emozioni). Sembra dunque meglio “evitarsi” ora ai sentimenti intensi, per non rischiare di soffrire poi.

In Poesie ritrovate (Monetti Editore) Luigi Genghi torna alla presenza della poesia. Coraggiosa e semplice, recuperata dalla memoria ed afferrata nell’istante stesso in cui prorompe. Trascritta per essere assaporata e ricordata, in un angolo protetto del cuore. Abbiamo a che fare con un romantico artista, cantore della poetica della strada, capace di scovare i significati reconditi all’interno di ogni più piccolo frammento di quotidianità. Poesia diventa così un volto appena intravisto, i segnali dell’arrivo della nuova stagione, coi suoi profumi ed i suoi colori, le orme lasciate su d’una spiaggia calpestata d’inverno, l’assenza di presenze vive, i vicoli silenziosi percorsi dal vento o dal sole, che posa sulla montagna “inerme”. Si tratta di versi semplici, ma ricolmi di nascosta intensità; sono parole di chi ha vissuto una vita piena, dove l’attesa non fa – in fondo – più così male. Ci chiediamo così, assolutamente stupiti, quanto duri la felicità; soprattutto per chi ha già visto le primavere sbocciare, l’una dopo l’altra, come grani di un rosso rosario. La risposta per Genchi è disarmante, al limite del banale per quanto affonda nell’essenza immutabile delle cose. La felicità? Dura tanto quanto dura l’Amore.  
Tra le righe emerge infatti, a poco a poco, l’oggetto primo di tanta passione: la figura di una donna, sensuale e raffinata, dalla pelle liscia e profumata. Un’immagine femminile tratteggiata appena, con delicate e veloci pennellate impressioniste. In questi versi, essenziali e liberi da qualsiasi costrizione metrica, dove quel che rimane pare essere solo un infinito richiamarsi di assonanze e consonanze, pare non sia necessaria la descrizione di una sessualità esplicita e sfacciata. Sarebbe un di più, effettivamente. Perché è sufficiente una spalla nuda, ed il lettore potrà correre immediatamente col pensiero alla dolcezza di un letto sfatto e caldo. I settanta componimenti di Luigi Genghi si compongono dunque di versi sereni e delicati, trasparenti come il cielo che segue il temporale. E la luce che domina tutto è quella dell’estate. Non a caso le parole più ricorrenti sono quelle ariose e limpide, che alludono ad una dimensione di infinito possibile; dove tutto può trovare un nuovo inizio, basta che lo voglia. Così il sogno, il silenzio, il vento e il mare ci accolgono nel suo paesaggio poetico, fatto di giochi dei bambini sulla spiaggia, di fila di ombrelloni chiusi al crepuscolo, di salmastro odore di marina fuori stagione, quando l’aria rinfresca ed il turista non è più che un vago ricordo. Per usare le parole dell’autore:     
Il poeta vive in un mondo sommerso nei sentimenti. Un mondo caleidoscopico, ha un’anima leggera, trasparente ed opaca allo stesso tempo.




1 commento:

  1. Ilaria buon pomeriggio.

    Ti ringrazio per la tua bellissima recensione.

    Un abbraccio.

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