Consigli per una vita di coppia felice e per una singlitudine serena, senza troppi sensi di colpa.

lunedì 31 luglio 2017

“La guerra dei sessi è questione di vita o di morte”

I’Am Unbeatable (io sono imbattibile): questo è il titolo della campagna di Donna Ferrato, in sostegno delle donne sfuggite ai loro aguzzini.  
Il suo è un impegno che dura nel tempo; fin dagli anni Settanta, quando la donna, oltre ad indossare le gonne lunghe e a portare i fiori nei capelli, iniziava anche a dialogare colla propria vagina. Scoprendo affascinata come non dovesse sentirsi in colpa se – horribile dictu – magari provava anche piacere. Si tratta di una mostra straordinaria, che lascia un segno indelebile nell’animo di chiunque si avventuri nelle segrete della fortezza per vederla. Non si può non rimanere toccati dagli scatti di Donna, che ti graffiano dentro e ti esortano a “tornare alla vita”. Come Dante, così l’uscire “a riveder le stelle” assume le sembianze della rinascita dalla morte.
Donna americana: 40 anni (1970- 2010) è la mostra allestita presso la Fortezza di Cortona, nell’ambito del Festival On the move 2017.
La storia per immagini si svolge lungo l’arco di quattro decenni, avendo al centro il racconto della vita di donne americane, tra lavatrici e frigoriferi, piscine e villette con giardini, simboli di una middle class via via impoverita. Gli scatti, crudeli e impietosi, dedicati alle dinamiche della coppia, fanno poi emergere l’intreccio ambiguo, inevitabile, pieno di umori corporali, tra sesso, amore e violenza.   
Abbiamo a che fare con un viaggio che inizia nei favolosi Seventies, vale a dire nel periodo in cui la donna americana iniziò a divenire davvero padrona del proprio corpo; poi si corre incontro agli anni Ottanta e Novanta, imbiancati della neve artificiale che distrugge la volontà e annichilisce le inibizioni, durante i quali quello stesso corpo finisce per divenire pietanza di un artificiale banchetto, fatto di uomini rapaci e donne annichilite; fino ai nostri giorni, che urlano l’esigenza di un vero risveglio delle coscienze. Anche a costo di ferirsi, lacerarsi, vergognarsi e vomitare il proprio disprezzo per se stessi. Così, foto dopo foto, il cammino s’inerpica per sentieri sconnessi; fino al limite dell’impraticabile, specie per chi, come me, si pregia di avere avuto un’educazione femminista. Come non soffrire quindi davanti allo spettacolo della violenza sessuale e dell’umiliazione prodotta dallo scambismo (swingers)? Come si può rimanere insensibili rispetto allo spettacolo di una donna apparentemente libera, perché convinta d’avere scelto di vivere al di fuori della morale comune, che, in realtà, non è che vittima dello sguardo dell’uomo. Quando no, spesso, della violenza delle sue mani?
Cosa è avvenuto nel frattempo? Si può ancora parlare di raggiunta emancipazione? Io non credo.
Perché ancora Donna Ferrato, documentarista di grande fama, da sempre impegnata sul fronte dei diritti, è convinta che il suo lavoro non sia finito; come un cecchino che prende la mira, così lei punta la sua macchina fotografica e colpisce. Spara senza pietà, specialmente per l’osservatore maschio (ancora del tutto impreparato a cogliere la complessità della sessualità femminile).
Per questo, care amiche, occorre ripeterci sempre “siamo imbattibili”.


giovedì 27 luglio 2017

Come sopravvivere al toy boy e vivere serenamente gli “anta”

Parliamoci chiaro: dopo aver superato la boa dei 35 anni, io e le mie amiche non festeggiamo più i compleanni; o meglio, li festeggiamo ma con una sola candelina (quella degli eterni ‘40).
A chi osa chiederci l’età rivolgiamo un’occhiataccia; e se qualche simpatico giovanotto osa fare commenti sulla nostra splendida forma fisica, aggiungendo magari un “nonostante il numero di figli”, il poveretto si ritrova immediatamente liquidato con un “tanti saluti e grazie”. Marchiato a fuoco sulla fronte, un po’ come in Games of Thrones.
Può capitare anche che qualche amica, particolarmente sensibile oppure in prolungata carenza di affetto, arrivi agli aperitivi raggiante, con un sorriso stampato, un jeans strappato e una Lonley planet che sbuca dalla borsa.
Nuovo toy boy! Lonley planet? Toy boy stile adventure. Quello che cavalca le onde e si getta dall’areoplano col paracadute.
Insomma l’uomo-avventura da pantalone senza mutande, coltellino serramanico per stappare birre e vacanze nella giungla sciamanica.
Mentre la mia amica cerca di convincerci che questo è amore vero, noi impietosamente già stiamo facendo il calcolo di quanto alla poveretta manca per arrivare alla pensione, e ugualmente ci chiediamo da quanto tempo lui sia uscito dalla scuola superiore.   
Perché, care amiche, anche nella selezione del maschio “usa e getta” occorre una dose di autostima potente; per poter sopravvivere al momento in cui lui prenderà il volo da noi.
È inevitabile! Lo sappiamo fin da subito che, terminato l’apprendistato presso la nave scuola, il giovane marinaio deciderà di partire verso i Mari del Sud.
Questo non ci impedisce però di sognare, di ritornare ad essere un po’ adolescenti e di provare il brivido di un prato d’estate o di un appartamento da studenti (con Che Guevara d’ordinanza appiccicato sopra il letto).
Siamo così sicure che è quello che vogliamo? Non abbiamo deciso qualche anno fa di non cascarci più nel bello e dannato? Nel torace depilato?
Se si decide di giocare, allora si gioca ma alla nostra maniera.
Noi siamo le regine, quelle che conoscono e impartiscono le regole. Siamo nave scuola? Bene allora al mozzo si fa raschiare il ponte.

E poi ricordiamoci sempre la grande attrice Paola Borboni che regalava falli alle amiche, indossava solo biancheria rossa come omaggio alla femminilità e, sfidando chiacchiere e morale comune, ha portato all’altare il compagno di 42 anni più giovane… a dire il vero ne ha pure seguito il feretro, appoggiando delicatamente una rosa sulla sua lapide.   

martedì 25 luglio 2017

Sti cazzi: ovvero il giusto pene per ogni vagina

Non che innamorarmi disperatamente fosse una novità per me. Continuavo da sempre a innamorarmi di tutti. (da Paura di volare di Erika Jong)

Perchè cadere nel romanticismo alla John Keats? Siamo oneste, cosa piace alle donne dopo le scarpe e le borse?
Entriamo così, senza paura, nel vivo dell’argomento: quali sono le forme migliori per dispensare felicità gratuita?
Con le amiche abbiamo stilato una classifica. Noi donne acculturate e radical chic, quando usciamo non parliamo solo di arte, musica e cinema.
L’apoteosi è quando scopriamo che lo stesso tronchetto è stato condiviso contemporaneamente. Tra amiche fidate, infatti, può succedere di prestarsi i vestiti ma anche gli accessori!
La tipologia che va per la maggiore, insomma il pret-à-porter è il modello basso e tozzo stile nanetto da giardino. Alla fine quando spunta in tutta la sua prestanza non sai perché ma te lo immagini vicino ad una fontanella tra un cerbiatto e Biancaneve.
A questo, di uso quotidiano, rassicurante, pratico e rapido da indossare, segue quello lungo e magro. La Pantera rosa delle mutande. Quello un tantino pigro, un po’ cerebrale, che sul più bello ti spiazza con una battuta alla Woody Allen. Se ti piace L’insostenibile leggerezza dell’essere, questo potrebbe avere i suoi risvolti positivi, soprattutto se tu fai di nome Marilyn e lui Arthur Miller.
Se, invece, ci troviamo a tu per tu con lo sportivo, dobbiamo essere preparate a quello appuntito e scattante. L’ergonomico, dotato di air bag, veloce come una Ferrari.
Come contraltare a questa tipologia, che vedi per poco perché già durante il secondo incontro il suo proprietario sta chattando con altre venti, nella speranza di entrare nei Guinness dei primati ed avere un primo posto alle prossime olimpiadi nella specialità tromba-amico, segue il tronchetto grosso alla base e punta fine. Ovvero il pisello intelligente. Quello che ti stupisce per l’acutezza di pensiero. Buona prestazione: il proprietario dimostra di avere letto qualche libro, magari pure uno di Anais Nin o Almudena Grandes.
A noi donne yoga, con cavigliere e anellini alle dita dei piedi, in genere ci compete quello a proboscide stile Ganesha, perché fa tanto India e tanto sesso tantrico. Un po’ di esotismo non guasta, fa bene allo spirito e magari ti viene voglia di riascoltare Sting.
Purtroppo la proboscide ha un leggero inconveniente, non si sa mai quando è pronta per il barrito finale.
Infine c’è quello politico: quello che vira a destra, rigorosamente trattenuto da boxer azzurri o neri; quello che punta verso sinistra, orgoglioso e ideologizzato. Entrambi molto confortevoli per le posizioni su un fianco. L’importante è non discutere di politica precocemente se si vuole avanzare negli exit poll prima delle prossime elezioni.
Infine c’è il centrista. Bello e solido, ben posizionato nel giusto mezzo. La posizione preferita? Ma ovvio, quella del missionario: poca spesa tanta resa.                

   

domenica 23 luglio 2017

Si consiglia di maneggiare con cura la letteratura. Ovvero i nostri amanti d’inchiostro

Io e le mie amiche abbiamo amato, in modo assolutamente malato, uomini che ci hanno segnate inevitabilmente.
Non sto parlando del solito complesso edipico, o dei cugini più grandi con cui abbiamo giocato al dottore, o degli amichetti che tirandosi giù le mutande ci chiedevano di fare altrettanto; ma di personaggi letterari.
Questi si chiamano Heatcliff, Mr Darcy, conte Vronsky, Adrien.
Con qualcuno il rapporto è stato intenso e passionale, con altri più dimesso e romantico; con Vronsky, ad esempio, decisamente all’insegna della conflittualità: perché tutte noi ci siamo sentite spesso come Anna Karenina.
Heatcliff, protagonista di Cime Tempestose, ci ha invece accompagnato quando si andava alla ricerca del bello e dannato da salvare.  Purtroppo, io e le mie amiche, abbiamo sempre assolto con passione al ruolo di infermiera o di volenterosa martire di turno (a seconda, della propensione alla rissa o al livello del tasso alcoolemico del corpo del fidanzato di turno).
di Amanda Lanzone
Diciamo pure che, dai 14 ai 30 anni, abbiamo vissuto una progressione di incontri con uomini che stavano tutti tra lo zingaro, bello e tenebroso alla Johnny Deep, e il Terence di Candy Candy. Insomma, quel che si dice con linguaggio forbito: lo "stronzo". Quello che prima c’è lui, poi c’è ancora lui, e infine continua ad esserci, sempre e soltanto, lui.
Tu? 
Tu sei un dettaglio nella sua vita di stenti e sofferenze (in genere sostenuta, più che dignitosamente, da un assegno mensile staccato da papà).
Quando si diventa finalmente adulte, e si scopre che il plaid sul prato è scomodo, e che le zanzare sono fastidiose, pretendiamo qualcosa di più. Come minimo un appartamento, possibilmente in zona centro, e un ristorante a lume di candela, e magari anche un cinema decente, che non sia un ex sala a luci rosse riconvertita in sala dove si proiettano solo pellicole in russo sottotitolate in cinese.  Perché, prima o poi, l’istinto di sopravvivenza ti salva dalle serate a base di alcol e fumo, scopate all’aperto e centri sociali occupati.
Ora sei finalmente adulta, e decidi di dedicarti alla lettura di romanzi più solidi, più maturi. E scopri il fascino di Darcy.
Pensi a quel punto di poter conquistare un uomo attraverso la tua intelligenza, l’ironia e l’arguzia. Sei finalmente una donna forte, capace e pronta a gettarsi nella mischia del mondo.
Dopo anni di analisi, qualche laurea, magari un libro pubblicato e tanti riconoscimenti sociali, ti senti dunque una leonessa. Così tieni brillantemente testa al Darcy di turno, magari lo conquisti pure e riesci, come Elisabeth, a sposarlo.
Poi arriva il momento di Adrien. Quando? Quando Darcy, da arrogante, presuntuoso e affascinante prototipo Alpha sceglie per te al ristorante, ti consiglia su come vestirti per la cena con i colleghi, fissa i pranzi domenicali con i genitori e decide chi tu debba o no frequentare.
Che sia giunto il momento di cambiare genere letterario?
Perché non riprendere in mano un grande classico come Paura di Volare
ovvero il libro che tutte le donne dovrebbero leggere non una ma più volte nel corso della vita. Finalmente, dopo gli Heatcliff troppo sbronzi per farci ululare di piacere, dopo i Vronsky vampiri emotivi e dopo i Darcy troppo sicuri di sé, siamo finalmente giunti in quella fase della vita per cui, alla rituale domanda “ti è piaciuto?”, possiamo tranquillamente rispondere: “anche no; magari la prossima volta (con un’altra) farai meglio. Continua ad allenarti”.       

sabato 22 luglio 2017

Tema del giorno: je t'aime... anche no!

Verba volant ma scripta manent, soprattutto se non si ha l'accortezza di cancellare i messaggi hot che si sono inviati e ricevuti dopo un intenso incontro di sexting.
Una delle pratiche erotiche più frequenti, infatti, è il sesso via smartphone, Messenger, wapp... insomma tante persone chattano frasi porno tra gli impegno quotidiani, i capricci dei figli e le incombenze domestiche. Non necessariamente con il partner ufficiale. 
In ufficio, in palestra, sotto il casco dalla parrucchiera, ogni occasione si trasforma in Nove settimane e mezzo più Cinquanta sfumature, dove la fantasia è libera di esprimersi.
Così capita che, signore normalmente un po' rigide e inibite, a distanza si trasformino in pantere o l'uomo della porta accanto, dietro un telefonino, prometta capriole da Cirque du soleil. 
Sbagliato? Giusto? Credo che aiuti molto ad avere una vita sessuale più serena. Permette, infatti, di liberare la propria libido, a guardare in faccia i desideri più reconditi e a non avere paura di chiedere neppure a chi ci sta accanto. 
È un utile esercizio di scrittura creativa e magari si imparano a utilizzare meglio congiuntivi e condizionali in frasi come "se fossi lì... ti farei..." aiuta ad aumentare il proprio bagaglio lessicale cercando, per non diventare ripetitivi, sinonimi originali.
Pertanto amiche care, se il vostro collega fugge in bagno improvvisamente dopo aver digitato per un quarto d'ora, a detta sua con la moglie per il mancato pagamento di una bolletta, state certe che: 

1) dall'altra parte non c'era la moglie; 
2) che il bagno degli uomini rimarrà occupato ancora per un po'.

Tema della serata: i diamanti sono i migliori amici delle donne

Le conversazioni dall'estetista sono fonte di grande sapienza femminile. Una condivisione di saperi e buone pratiche che ti permettono di avere temi per i futuri post.
Malika Favre
Cosa preferire: l'uomo con pecunia o il povero ma bello?
La mia estetista chiaramente dall'alto della sua esperienza sosteneva che il cavaliere deve "fare l'uomo", ossia pagare la cena, aprirti la portiera e portarti in posti belli. 

Io, dal basso della mia esperienza di pizze da asporto e conti divisi, ho capito che qualcuno non me l'ha raccontata giusta.

Troppo femminismo. Troppi centri sociali, qualche casa occupata e troppi amici innamorati della vita bohemien. 
La mia conclusione? Occorre una buona diversificazione del portafoglio emotivo: qualche bond ad altissimo rischio, così tanto per sfidare la sorte; qualche azione di start up per fare beneficenza, ma una buona base di titoli sicuri. Perché il vecchio Bot non tradisce mai.

Tema del giorno: il primo amore

Quello che non si scorda più, quello che ti ha fatto tremare le vene e i polsi.
Ho sempre pensato che se fossimo stati personaggi di un romanzo saremmo stati Kitty e Levin in Anna Karenina.
Il mio primo amore ormai è parte della famiglia tanto che il mio compagno, se combino una qualche cazzata o prendo decisioni avventate, cosa che spesso avviene nonostante i miei sforzi, mi dice "ne hai parlato con lui? Cosa ne pensa?".

Sono le mie personali forche Caudine: da una parte Wikipedia dall'altra Savonarola. La pars educans e la pars etica. Ragione e morale.

Il mio primo amore è una frequentazione ormai trentennale. Mi chiedo se esista una ricorrenza tipo "nozze d'argento" con gli ex?

Tranquilli non pensate male...

Per chi mi conosce è più facile che vada ad innamorarmi di un funambolo del circo che di un uomo del mio passato.
Siamo come il giorno e la notte: lui compassato e severo; io irrazionale e gipsy nonostante la fatica di indossare un tacco 12.
Un equilibrio tra opposti. 
Funziona talmente bene che ogni volta mi sia imbattuta in una storia sbagliata, lui era quello che mi ascoltava paziente e mi passava i kleenex per le lacrime
Cresciuti all'ombra di un obelisco in piazza, tra ideali politici, libri e film impegnati, eravamo quelli che cercavano di cambiare il volto della città. Quelli che hanno pagato di più la loro ingenuità.
Da tempo ha imparato a trasformare in rosa i miei periodi blu. Basta una mia frase su un post, un mio silenzio troppo lungo e sospetto per ricevere una sgridata che mi solleva dal torpore della mente e farmi tornare amazzone.
Visto che le categorie non ci sono gradite, il mio ex amore non è un ex e non è un amore. È semplicemente un essere umano di grande intelligenza. Dote un po' sottovalutata ultimamente nei rapporti tra uomo e donna.

Tema del giorno: Lettere d' amore

Ieri sera un'amica mi ha ricordato il fascino della lettera d'amore. 
Chi ne scrive più?
Scriviamo tanto, ma messaggi non più lunghi di una riga, possibilmente con abbreviazioni. Perché non si sa mai quali devastanti conseguenze possa comportare una lettura di 10 righe.
Usiamo gli emoticon come triste riassunto delle nostre emozioni.
La domanda è a questo punto: esiste ancora la seduzione? Quali strumenti possono venire in aiuto ad un novello Casanova?
Dove sono gli uomini che ti fanno palpitare il cuore come irresistibili poeti?
Tutto è terribilmente veloce. Il messaggio è esplicito, incisivo senza filtri.
Pochi convenevoli. Non abbiamo tempo da perdere. In lista ci sono altre. Un po' come in una catena di montaggio.
Per una donna come me, ancorata ad un passato novecentesco, in salsa dannunziana, le parole hanno un peso. Ricordo con nostalgia le lunghe lettere d'amore di qualche qualche ammiratore. Era inevitabile però che l'autore della lettera fallisse l'obiettivo, in quanto da perfetta bad girl, disdegnavo chi mostrava una debolezza.
Stupida donna! Quanti guai produce un'educazione maschilista.
Ora basta un nulla. Due righe, qualche puntino di sospensione, una faccetta per verificare se la persona è disponibile o meno.
Per scrivere occorre tanto coraggio. Il coraggio di mettersi nelle mani dell' altro che può fare di te straccio o coperta. 
Digitare, invece, cosa richiede? Nulla.
Un po' di spudoratezza nel riprodurre un "mmhhh " orgasmico, dove, a seconda del numero di emme del muggito dovremmo capire il grado di compiacimento dell'altro.
Alla mia età lascio ad altre le onomatopee.
Io non voglio mandriani arrapati. 
Rivoglio i poeti.

"quello che conta è scrivere
e non aver paura, 
non aver mai paura 
di essere ridicoli: 
solo chi non ha scritto mai 
lettere d'amore 
fa veramente ridere"

Tema del giorno: bikini, trikini o costume intero?




Amiche care questo si che è un problema: quale costume scegliere per la nostra estate al mare?
Premetto che non sono assolutamente democratica e neppure conciliante in fatto di centimetri di pelle esposta.
Abituata al Mediterraneo, su una barca di una certa metratura, che mi permetteva di indossare il costume solo quando approdavo in porto, devo dire che l'estetica da spiaggia organizzata lascia alquanto a desiderare.
Orsù signore un po' di dignità! Se avete superato gli anta e la cellulite è sovrana su cosce e glutei, evitate bikini ridotti e in passeggiata sul bagnasciuga un bel pareo non guasterebbe.
Il trikini lasciamolo alle riviste! A parte l'abbronzatura a strisce, può essere causa nella donna italiana media, con chili mal disposti, di un conseguente abbonamento dal counselor, se improvvisamente la figlia 15 enne della vicina di ombrellone indossa lo stesso costume.
Io quest' anno opto per costume intero anni 50 o due pezzi da nonna. Cioè quello con le mutande alta a braghetta. Il motivi è semplice: dopo una certa il corpo esposto è ammesso solo con una luce soffusa e con pizzo nero.
Altrimenti giocate con parei e outfit da dive con occhiali enormi e larghi cappelli.
di Malika Favre

Tema del giorno: carte da decifrare

A questa canzone sono particolarmente affezionata vuoi perché parla di carte ed io leggo i tarocchi, vuoi perché parla di amore ed io con Cupido ho un conto aperto.
Oggi parlo di clandestinità ma non di Ius soli. 
Esiste l'amore clandestino o esiste solo l' amore con tutte le sue mille sfaccettature?
Qualche amica, che vive o ha avuto esperienze di amori fuori dalla coppia mi ha parlato di grandi passioni e grande sofferenza, spesso interrotte bruscamente nel momento in cui uno dei due tradiva il patto di disimpegno.
Ovvero quando uno dei due pretendeva di più dall'altro.
A mio avviso il bello della clandestinità è proprio la clandestinità. Scusate perché iniziare una storia di questo tipo, perché tanta fatica tra menzogne e sotterfugi, se poi si vuole trasformare un gioco in una tassa da pagare? Non siamo già abbastanza condizionate dalle incombenze quotidiane per doverci assumere la cura pure di un altro uomo?
La domanda allora sorge spontanea:
Cosa ci porta a tradire il nostro partner?
Risposta unanime: mancanza di passione; il desiderio di vivere di nuovo intensamente un amore; provare ancora le farfalle nello stomaco come adolescenti alle prime armi..
Mai che qualcuna di noi dica apertamente sesso. Solo esclusivamente il desiderio di oggettivizzare il corpo dell' altro. Esattamente come viene vissuta una storia fugace normalmente dall'uomo.

Se così fosse l' avventura avrebbe un decorso indolore senza cicatrici evidenti. Il gioco infatti è bello se dura poco.
Ma le mie amiche, donne intense e sensibili, si innamorano dell' Amore e da queste storie spesso ne escono con le ossa rotte. 
Alla fine, nonostante i cerotti, qualche lacrima versata inutilmente e tanti sensi di colpa risorgono sempre alla vita. Non come la Signora Lia di Baglioni. Avete presente quell'orrenda canzone moralista? Le mie amiche a differenza di Lia non indossano il grembiule e neppure " asciugano i piatti o accendono la tv in attesa di un marito distratto", ma posano il loro morbido culo su una thunderbird e ,insieme a chi scrive, prendono il volo verso l' orizzonte come Thelma e Louise.
Perché l'amore è carte da decifrare
E lunghe notti e giorni da calcolare
Se l'amore è tutto segni da indovinare
Perdona
Se non ho avuto il tempo di imparare
Se io non ho avuto il tempo
Di imparare.

Tema del giorno: pizzica e El Lissitzky

Cosa c'entra il ballo della pizzica con l'immagine del 1919 del Cuneo rosso che irrompe nel tondo bianco?
Solo la mia mente malata poteva visualizzare questo famoso manifesto dell'Avanguardia russa mentre mi facevo spiegare dagli amici ballerini il significato dei passi del ballo salentino.
Un confronto ardito? Neppure troppo se si leggono i simboli.
Nella pizzica i passi sembrano semplici e spontanei, in realtà sono studiati e ben precisi. Si mette in scena, infatti, il gioco della seduzione dove la donna, civettuola e ammaliatrice, fugge l'uomo che avanza nella conquista.
Un ballo antico, che sa di Mediterraneo e tradizioni greche ma anche di rapporti di forza.
Nella rappresentazione l'uomo, un po' guascone, irriverente cerca di catturare l'attenzione femminile fino alla resa finale. Dove il Cuneo rosso vince sulla donna. Insomma tanto rumore per nulla? In fondo è quello che noi vogliamo.
Chi vince in questo dramma? L'uomo. 
La conquista si manifesta attraverso il ballo dove tutto è un gioco di sguardi, ritrosie e scaramucce; dove un po' si cede e un po' si fugge.
La pizzica come metafora della bagarre amorosa. Si mette in scena non altro che il ballo della vita dove il Cuneo diventa simbolo del dominio virile.
Dominio? Che parola orrenda. Credo di averla abolita dal mio vocabolario da molto tempo. Eppure come tradizione comanda anche in un gioco, che poi tanto gioco non è all'uomo è richiesto il compito della conquista, alla donna invece quello della preda.
Come nelle fiabe, l'uomo insegue il suo oggetto di desiderio tra magia e perdizione. 
Ha il compito di riportare in seno alla comunità quell'essere ammaliatore, stregonesco, dagli occhi profondi che ora gli fugge. Occorre che qualcuno lo catturi per domarlo.
La strega deve soccombere. Non è ammessa nella sua esuberanza giovanile, nella sensualità ferina. La notte e la luna devono lasciare spazio alla luce del focolare domestico. Alla luminosità abbagliante di un giorno senza tenebra.

Tema del giorno: Romanticherie

Care amiche, una delle critiche più frequenti che gli uomini ci rivolgono è la mancanza di attenzione.
Dopo la prima fase della passione sfrenata, quella adrenalinica, che ci rende sinuose come gatte e morbide come marzapane tra le braccia dell' altro, lasciamo troppo intervallo tra una seduta dall'estetista e l' altra. Insomma, anche noi donne, raggiunta la pace dei sensi e la tranquillità di un partner usato sicuro, mettiamo a riposo la Valchiria che è in noi.
Molti amici lamentano la distanza delle loro compagne, per le quali il sesso, dopo anni di matrimonio o convivenza, è diventato più un dovere che un piacere o addirittura un qualcosa di inutile. Siamo matti? Questa sera sono stanca...i bambini potrebbero svegliarsi..non sono depilata..oddio devo dimagrire.. 
Mille scuse per evitare i quattro salti in padella.
Care amiche siamo così sicure che nella routine anche noi non abbiamo la nostra parte di colpa?
Se poi lui osa qualche carezza troppo spinta? Orrore! ma mi hai presa per un' attrice porno? 
Dai, ragazze è estate. Rilassatevi e godetevi la bella stagione. Lasciate al freddo invernale la noia e qualche volta, se uscite per una serata con lui, dimenticate le mutande nel cassetto. Non sono un capo d' abbigliamento così necessario!

Vi lascio con una delle frasi che più mi ha colpita di Anais: Pierre cerco' di fare l' amore con gli altri io di Elena, i più sepolti, i più delicati...cerco' una chiave spirituale al suo essere, un nuovo modo di fare l' amore che la conquistasse"...
Noi tutte siamo Elena! Ricordatevelo.

Tema del giorno: giochi in MOTEL

Ieri facevo due chiacchiere con uno dei miei amici, uno di quelli che hanno avuto tante donne, i Wikipedia dell'arte amorosa. Ho due o tre punti di riferimento che, dall'alto della loro esperienza, come guardie svizzere mi tengono d'occhio svelandomi le modalità e gli stratagemmi dei loro simili. 
Perché, si sa, io sono in po' gonza e ci casco sempre.
L'argomento è stato il MOTEL come location perfetta per un incontro.
Care amiche, fidatevi ogni tanto uscire da noi stesse è cosa buona, soprattutto se c' è un idromassaggio.
Io adoro gli hotel perché sono anonimi e mi affascina la loro indifferenza alle storie di chi li frequenta. Amo il loro essere NON LUOGHI, dove chi entra è solo un numero di stanza. Trovo particolarmente sexy quelli a forma di casetta con parcheggio riservato, dove sempre, nello spazio accanto, quasi come insulto alla quotidianità della gente per bene, sono parcheggiate auto costose. Segno che non tutti sono in ufficio in orari di lavoro.
A me viene immediatamente spontaneo chiedermi chi vi è nascosto, se si amano o se semplicemente è un incontro mercenario. 
Qualche volta ho dato appuntamento al partner in un motel. Scegliendolo distante dal luogo abitato, possibilmente carino e con casetta riservata. Perché se si fa, si deve fare bene! E poi paga lui!
Ognuno deve arrivare rigorosamente con la propria auto. Perché il bello del gioco è la finzione.
Io mi presento alla reception con occhiali scuri e foulard come una diva anni 50; una preparazione attenta e meticolosa, che richiede autoreggenti ed eleganza. Mi fingo una entrenouse, millantando una sicurezza che nella realtà non ho affatto.
Poi, se il mio lui non è ancora arrivato, ho tutto il tempo di rotolarmi nel lettone come un gatto, divertendomi a fare le boccacce davanti allo specchio gigante, posizionato non casualmente davanti al materasso.
Mi raccomando... lo specchio non è un dettaglio da sottovalutare.

Tema del giorno: Strega e stregatti

A dodici anni ho trovato casualmente un mazzo di tarocchi. Premetto che a dodici anni ero già abbastanza segnata da una certa dose di follia creativa: pensavo di essere l' incarnazione di una santa martire. L' educazione dalle suore non mi aveva dato modelli alternativi a donne mutilate degli occhi o dei seni. morte dopo una vita di preghiera e di stenti. Insomma proprio equilibratissima non ero.
Non divaghiamo e torniamo ai tarocchi. In preda al misticismo ho iniziato a leggere i Gattotarocchi. Un mazzo bellissimo con gattoni dagli occhi grandi. Poi crescendo mica mi sono normalizzata se mi sono trovata ad abbracciare gli alberi, a meditare davanti al tramonto, a svegliarmi all'alba per il saluto al sole e a chiacchierare affabilmente con qualche defunto.
Insomma la mia vita da strega parte da un' educazione rigorosamente in abito scuro e velo nero.
Tra sante anoressiche, lavoretti di ricamo e lettura di Fioretti.

Il mondo salvato dalle donne? Forse anche no


Un film dove le protagoniste sono tutte e tre vittime di una società patriarcale e maschilista e nonostante l' apparente vivacità della città di Tel Aviv, il mefitico sentore della tradizione non viene sostituito dal profumo della libertà.
Qui gli uomini sono pessimi. Strano vero? Non è solo colpa della religione ma di un sistema sociale dove l' uomo, principe della casa, ha il potere di decidere se far sposare una figlia, rinchiuderla perché disobbediente o stuprare la futura sposa per assicurarsi la sua verginità. 
Le donne non sono da meno: madri che servono mariti e figli, insegnano alle figlie la sottomissione, consigliandole di non parlare troppo ed essere sempre disponibili quando lui vuole.
Le giovani protagoniste sono straordinarie nei loro goffi tentativi di ribellione. Leila, avvocatessa, che preferisce troncare una relazione per poter vivere pienamente e senza vergogna la sua vita; Salma, lesbica dallo sguardo triste e malinconico perché sa perfettamente che in quel tipo di mondo una donna non può amare un' altra donna. Per questo decide di scappare a Berlino. Infine Noor, meravigliosa nelle sue forme abbondanti, nascoste sotto un pastrano, femminile come poche quando vestita solo da un sottoveste nero si bagna nell'acqua del mare. 
Noor è forse l' unica vincente alla fine? Lei, timida, riservata e religiosissima, rifiuta un marito integralista e stupratore. Ma, nonostante la sua grinta, non riesce comunque ad uscire pienamente da quelle logiche famigliari. Sceglie infatti il sistema coercitivo e maschilista, sfruttandolo per i suoi fini. Solo attraverso l' ipocrisia pare possibile sopravvivere per una donna in un mondo fatto a immagine e somiglianza degli uomini.
Nessuno alla fine ha la forza di ribellarsi. Non l' amico gay; non la compagna lesbica o il regista tornato dopo un periodo negli States. Tutti restano invischiati nel sistema. 
La vera ribellione non è certo rifugiarsi nelle droghe o nel scimmiottare la cultura underground europea. Il film ci lascia tanta amarezza. Non dà soluzioni per queste tre amiche costrette tutte ad abbandonare una parte della loro felicità per affermare se stesse in quanto esseri umani prima che donne.
Il mondo si salva solo attraverso la solidarietà , l' amicizia, l' accettazione dell' altro da sé.

Tema del giorno: il guaio degli uomini sono gli uomini; il guaio delle donne sono gli uomini ( biscotto della Fortuna)

" dagli albori della storia fino a oggi i libri sono stati scritti con lo sperma, non con il sangue mestruale. Fino a ventuno anni valutavo i miei orgasmi usando come termini di paragone quelli di Lady Chatterley e mi chiedevo cosa ci fosse in me che non andava. Mi era mai venuto in mente che in realtà Lady Chatterley era un uomo? Che in realtà si trattava di D.H.Lawrence?"
Oggi la partenza è rocambolesca e pirotecnica. Dopo il film di ieri mi sento come una leonessa pronta a spiccare il balzo sulla preda. 
Avverto che non avrò pietà, non lascerò superstiti dopo il mio passaggio e i feriti saranno abbandonati a morire sul campo di battaglia.
Fallocentrismo, per citare Erica Jong, una poco sana abitudine che stenta a morire.
Sono passati lustri dalla pubblicazione di " Paura di volare" eppure io e le mie amiche siamo ancora qui a discutere sul perché il tipo non chiama dopo momenti di passione; se gliela offro su un piatto d' argento sembro forse una zoccola?; se chiedo il preservativo sembro una facile?; se mi esprimo a letto e pretendo l' orgasmo non è che lo metto in imbarazzo e sembro troppo disinibita? ..
Eppure siamo donne adulte, cresciute nel post femminismo. Donne dotate di non banale cultura, con tante letture praticate, storie più o meno edificanti, qualche divorzio o vite sentimentali appaganti. Come dire un gruppo di MILF in gamba, realizzate e coraggiose.
Nonostante questo sembra che ci si debba ancora vergognare della nostra fisicità. Della nostra natura umana.
Ieri parlando con un'amica di storie trascorse, ha citato una frase che sa di antico. Recuperata nei vecchi bauli delle nostre nonne, quelli pieni di sensi colpa. Espressione infelice segno però di come noi, nonostante la nostra cultura, siamo ancora condizionate da cliché maschilisti:
" temo che ci abbiano considerate come oggetti". 
In queste poche parole è nascosto un mondo in cui si annida la paura dello sguardo dell' altro, l' idea che siamo sempre e inesorabilmente corpi e che le donne siano da dividersi nelle due categorie di sante o puttane. 
Cosa vi dicevo? Oggi mordo! 
Quanti anni sono passati dalla "scopata senza cerniera" di Paura di volare? Tanti. Cosa è cambiato da allora? Tutto e a quanto pare in peggio se ancora ci domandiamo se a letto possiamo o meno dire di no alle richieste del partner, se si può elargire subito o no al secondo incontro o doverci difendere dai sensi di colpa.
Alle amiche suggerisco sempre di allegare alle mutande l'etichetta con scritto "se me le vuoi togliere sappi che:
1) ogni tanto dopo aver scoperto i miei centimetri di pelle un ciao come stai sarebbe gradito
2) una scopata non fa matrimonio;
3) attenzione a maneggiarla con cura perché altrimenti la parcella del mio psicanalista ti arriva direttamente a casa".

Tema del giorno n1: approcci in rete, ovvero tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso peccato che non sia un film di Woody Allen e lo spermatozoo non disquisisca sul senso di colpa con la coscienza..



Questa volta colpo di scena: non sono le amiche il mio punto di riferimento ma gli amici.
Coloro che definisco bonariamente "i miei uomini", a cui sono legata da profondo affetto ormai da anni, fonti inesauribile di sapere sul comportamento maschile, mi aiutano a comprendere meglio le dinamiche della sessualità in rete.

Abbiamo stilato un catalogo sul tipo di incontro sui social:
1) il timido che inizia soft, prendendola da lontano. Di solito il complimento è rivolto alla tua vivace intelligenza o al dito mignolo del tuo piede destro. Un dito così non si è proprio mai visto.
Il fine? Quattro salti in padella, magari più dopo che prima. Proverbio: La pazienza è la virtù dei forti. Ma state sicuri che un primo piano dei centimetri arriva.
2) l' intellettuale. Posta sempre temi relativi ai tuoi interessi, taggandoti disperatamente nella speranza di essere notato. Si intromette anche nelle conversazioni tra te e le amiche su quale assorbente usare in quei giorni. Ogni scusa è buona per esprimere un' opinione e farsi notare. Proverbio: Chi la dura la vince?
3) lo svitato, quello che si è letto tutto il kamasutra, e tiene 50 sfumature di grigio sul comodino come libro di preghiere serali. Ogni tanto ti posta qualche citazione e sfodera conoscenze di marche di frustino e lubrificanti che in realtà usa come creme per i talloni screpolati
Proverbio: Can che abbaia non morde.
In questo circo, a onor del vero, mi è capitato anche di incontrare persone che, dismessi gli abiti del Don Giovanni o del Casanova intristito per le troppe birre davanti alla tv, si sono rivelate essere interessanti, magari un po' fragili ma con una storie personali bellissime e intense.
Uomini intelligenti e affascinanti che potrebbe giocare diversamente le loro carte, tenendo coperti gli assi. Perché è inutile chiamare se non si ha la briscola in mano!
Carissimi, a quanto pare alle donne piace ancora essere corteggiate con garbo ed eleganza. Non basta un post copiato da Wikipedia o il ricordo di una vita non vissuta tra elefanti, iceberg e Nautilus. Non basta inviare centimetri di tronchetto, magari ripreso in primo piano. 
 di Dan Hillier
Bambini, le bugie hanno le gambe corte e l'obbiettivo dell'iphone può ingannare.
State attenti perché noi donne siamo perfide e abbiamo molte amiche con cui sorridiamo dei vostri copia/incolla spesso corredati da vivaci illustrazioni.
Ah, che meraviglia avere un mondo di amiche!

Tema del giorno n.2: par condicio

In un giorno di pioggia io ti ho conosciuta mentre il vento dell' Ovest soffiava gentile..
Chi può dire di conoscere chi? I miei amici gentili, fonte di conoscenza sul comportamento maschile, non mi chiedono i tarocchi, ma mi offrono una birra per trovare insieme soluzioni alle loro pene d' amore.
Perché, notizia notizia, anche l' uomo soffre per il cuore spezzato. 

Storie lunghe o storie brevi non importa. Talvolta può capitare che lui si decida a mettere la testa a posto ma con la ragazza sbagliata.

La differenza con noi donne? Mentre noi parliamo e parliamo versando lacrime, votate all' inazione e al barattolo di Nutella, i miei amici trovano conforto nel loro mondo fatto di sport, uscite serali e viaggi in moto. 
Insomma si ributtano nella mischia .
Vivono con meno teatralità le loro emozioni, riescono a velare il dolore dietro uno schermo o di cinismo o di totale indifferenza al genere femminile.
Se le ferite sono profonde occorrono anni per rimarginarsi, magari con l' aiuto di qualcuna di noi assunta come crocerossina senza croce.
di Dan Hillier
Quando l' uomo ama lo fa veramente. Con tutto se stesso e se viene tradito o deluso dalla sua donna difficilmente perdona. Esiste per lui solo bianco o nero, a differenza nostra per cui le sfumature risultano infinite.
Credo che ogni volta quando devono allontanare una donna o chiudere un rapporto? vivano un profondo disagio. Perché riconoscono perfettamente che stanno causando sofferenza. Però, a differenza nostra, capaci di amare sconsideratamente fino al nostro annullamento, molti miei amici sono coerenti con le loro decisioni.
Per loro è meglio prendere insulti piuttosto che illudere il prossimo.
Credo che il mondo maschile, per quanto superficiale nel gestire i sentimenti, abbia tanti da dare e da insegnare a noi donne. In particolare la coerenza e la chiarezza. L' uomo prima di amare chiunque ama se stesso.
Un precetto che dovremmo fare mantra.