Consigli per una vita di coppia felice e per una singlitudine serena, senza troppi sensi di colpa.

domenica 25 marzo 2018

Il trombamico: ti trombo ti taggo ti banno 2.



Intervista a Donatella Tarozzi, counselor e mediatrice familiare
"Nei miei sogni non ci sarai" (da Il futuro, Julio Cortàzar) 
 Che fine hanno fatto il trombamico o la trombamica? Esiste ancora questa simpatica e generosa categoria di persone, che senza alcuna implicazione sentimentale ci permettono di vivere ore serene? È davvero così sbagliato rientrare almeno una volta nella vita in questo clichè? Eppure io conosco un certo numero di persone che hanno scelto di restare single pur mantenendo amicizie affettuose, legami di sesso senza il “vissero felici e contenti”. A scanso di equivoci posso assicurare che non sono gente strana, incoerente, infantile o perversa. Sono uomini e donne che vivono la loro esistenza senza troppe complicazioni. Amano la libertà e sono curiosi verso il genere umano.  
Il problema sorge quando qualcuno dei loro partner occasionali aspira ad avere un legame esclusivo. Mi chiedo: perché imbrigliare il vento e catturare chi ha le ali per volare?
Non sarebbe meglio sdoganare una volta per tutte il poliamore? Argomento di cui parleremo in modo approfondito a breve…
Vediamo come è cambiata la sessualità ai tempi dei social e come si è evoluta la categoria soprascritta, parlando con l’esperta:
D- Citando Lacan che aveva paragonato il rapporto uomo donna a quello di Achille e la tartaruga del celebre paradosso di Zenone (Achille, il più veloce tra i mortali non potrebbe mai, logicamente, raggiungere l'animale più lento della terra poiché tra i due c'è uno spazio che può essere infinitamente accorciato ma mai abolito) significa che l'uomo e la donna funzionano rispondendo a stimoli differenti?
R- Nel saggio “Modernità liquida” (in Italia edito da Laterza 2000) Zygmunt Baumann, riferendosi al concetto di postmoderno, definisce la società “liquida” e le relazioni tra gli esseri umani “usa e getta”. Cioè questa società, frutto della globalizzazione, non ha né la struttura né la solidità di un tempo.
Prevale la logica del consumismo anche nei rapporti umani: così come sostituiamo gli  oggetti quando non funzionano più o quando sul mercato ne troviamo uno più bello, più accattivante o rispondente alle nuove esigenze, così avviene con le persone.
D- Pertanto possiamo parlare di AMORE LIQUIDO e VITA LIQUIDA? Rapporti superficiali senza progettualità?
R- Attualmente si è passati dalla coppia usa e getta al paradosso della coppia single: significa che in primo luogo ho la mia vita, i miei hobbies, il mio lavoro poi, ogni tanto trascorro, un po’ di tempo con la mia ragazza. Se le priorità sono capovolte, lo sono anche sogni e desideri.
D- Ma non è che la vita affettiva dipenda oggi anche dalla situazione economica difficile in cui ci troviamo? Rispetto alle generazioni precedenti ora c’è molta più insicurezza nel futuro e, anche volendo stabilità, fare una scelte definitiva può risultare impossibile. 
R- Le relazioni amorose sono complicate e spesso dolorose: è vero che la casa e la famiglia hanno costi altissimi. L’incontro più intimo tra due persone non è quello sessuale, è il nudo emotivo (uno scambio che presuppone tempo, forza e voglia di sentire e abbracciare le emozioni). Ora, invece, sembra che la parola d’ordine sia: evitiamo il più possibile il coinvolgimento e la sofferenza.
D- Quindi vuoi dire che il trombamico nasce come risposta al bisogno di riempire il vuoto del momento?   
R- Cosa c’è di meglio allora di un uomo che frequento per altri motivi (studio, lavoro o amicizia), con il quale posso essere me stessa, senza paura di essere giudicata? Mi piace fisicamente e con lui posso dare e ricevere coccole e fare anche l’amore senza mettere in gioco i sentimenti e senza progettare il futuro. La figura del trombamico, sì, è nata per risolvere un bisogno. Le cose sono notevolmente cambiate negli ultimi anni, soprattutto grazie ai social. E’ aumentato a dismisura il caos e la regola sembra quella di “non avere regole”.
D- Siamo una società basata sull’immagine. Quanto incidono nelle nuove dinamiche di relazione i messaggi e le foto?
R- Non a caso sono sono state coniate nuove parole: sexting shooting.
Oggi molti uomini hanno più ansia da prestazione di una volta. Si sentono paragonati ad altri uomini, poichè sanno perfettamente di non essere più “l’unico” per una donna che vive la sua sessualità liberamente.
Per tanti, il sesso in chat o l’uso delle foto, diventa un ottimo alibi per poter raggiungere un orgasmo senza mettersi in gioco fin in fondo.
D- Insomma poche complicazioni. Molta resa e poca spesa, ma in questo modo non si rischia che l’unico a godere sia l’uomo? E che la donna ritorni ad essere oggetto del piacere maschile?
R- Nel caso del sesso on line è fondamentale che la donna abbia un buon rapporto con il proprio corpo e riesca a procurarsi il piacere da sola o con l’uso di sex toys.
Altre persone, infatti, scelgono di essere amici di letto, evitando così di avere rapporti sessuali con sconosciuti. Ognuno dei due mantiene la propria libertà e gestisce singolarmente i propri spazi.
D- Quando la figura del trombamico assume caratteristiche positive?
Per alcuni giovani il trombamico diventa un trampolino di lancio, surrogato di una relazione stabile esclusiva; mentre per molti adulti è una valvola di sfogo per resistere in un matrimonio sbagliato, noioso, senza via d’uscita ma dal quale non si ha il coraggio di cambiare per i motivi più disparati. Aiuta ad allentare la tensione nella coppia primaria, salvando spesso la relazione ufficiale. Alcuni scelgono un trombamico/a anche per poter provare sensazioni forti, per soddisfare fantasie sessuali, per osare quello  che non è possibile con il partner ufficiale per tabù o vergogna.
D- Quindi se l’importante è non innamorarsi”, esistono regole che ci permettono di vivere serenamente questi rapporti “liquidi”?
R- Possiamo riassumere per punti alcune regole per vivere serenamente queste situazioni affettive:
·         Prima di tutto le regole devono essere chiare: non avere aspettative di sorta.
·         È meglio provenire da realtà diverse e non avere amicizie in comune
·          Evitare messaggi diversi che non siano relativo al vostro prossimo incontro
·          Ognuno di voi due è libero e vi dite solo: "Ci vediamo in giro"
·          Non essere geloso/a del fatto che al di fuori di te ha una sua vita
·         Non vi frequentate 
·         Non fissate immediatamente il prossimo appuntamento
·         Non si parla di amore ma solo di sesso, di voglie, di corpi, di orgasmi
·         No sms sdolcinati, buongiorno o buonanotte, no whatsapp
·         No aspettative, sogni, progetti
·         Non chiedere nulla al di fuori del rapporto sex
·         Si usa il profilattico
D- Raccontata in questo modo non si rischia di trasformare un essere umano in un sex toy?
R- Voglio spezzare una lancia in favore del trombamico/a perché esistono tanti aspetti positivi per chi sa gestire la situazione: ad esempio si può praticare del buon sesso gratis più o meno a volontà. inoltre non si presuppone impegno ma leggerezza e generosità; si mantiene la possibilità di frequentare più partner contemporaneamente.   Non devi giustificarti se non ti fai vedere o sentire pur avendo          una persona stabile per rapporti senza impegno.   Non ci può essere delusione e dolore per la fine della relazione: posso rimanere single e mantenere le mie abitudini e ottimizzare i tempi. e a letto? ho la libertà di chiedere quello che mi piace veramente. 
·            Non si parla mai di tradimento, ci si rispetta e ci si incontra per fare l’amore!
D- Continuo a essere perplessa perché il rischio “coinvolgimento” rimane sempre alto. Cosa ne pensi?
R- sopra ho elencato gli aspetti ritenuti positivi secondo alcune persone intervistate in questi anni. È chiaro che possono esserci anche situazioni difficili da gestire. Per i seguenti motivi:  
·         L’aumento dell’intensità dell’orgasmo con l’aumento dell’intimità può portare a maggiore coinvolgimento delle parti (infatti con l’orgasmo arriva una scarica di ossitocina e vasopressina, ormoni legati all’attaccamento)
·         Difficoltà di separare sesso dai sentimenti ed emozioni
·         Il rapporto funziona così bene che potrei innamorarmi (almeno per il 26% degli intervistati)
·         Sono così disinibita/o con lui o lei che non riesco più a fare l’amore con il partner ufficiale
·         Aumenta il rischio di malattie trasmissibili 
·         Promisquità
·         No conforto no intimità in momenti di crisi
·         Rottura dell’amicizia perché a volte la donna vuole di più e vive la relazione con il trombamico come preludio ad una storia d’amore
·         Per molte donne c’è il rischio di sentirsi usate se si alza e se ne va entro 10 minuti dalla fine del rapporto.

Per ascoltare dal vivo l’intervista all’esperta Donatella Tarozzi e assistere alle splendide letture, eseguite dalla brava Francesca Viola Mazzoni (attrice e a sua volta autrice), vi invito martedì 27 marzo al Tribeca per la rassegna Evulvendo e a leggere la prossima intervista con Luca Boschetto, fondatore e co-redattore di poliamore.org
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domenica 18 marzo 2018

Il trombamico: ti trombo, ti taggo, ti banno



Quante di noi hanno sperimentato l’esperienza del sesso senza complicazioni, consumato in compagnia del provvidenziale trombamico? Come tante mie amiche, anch’io ho spesso preferito coltivare numerose amicizie, caratterizzate dal solo desiderio di condividere singoli momenti di spensierato godimento. Insomma, per quel che mi riguarda ho deciso di fare mio l’insegnamento di una cara amica dei tempi dell’università: “facciamoci un giro di giostra, pure il secondo; ma, per carità, al terzo giro di giostra c’è il rischio di vomitare!”. Dunque tutte quante noi abbiamo coltivato fidanzati, e qualche volta ce li siamo pure scambiati; condividendoli senza troppe gelosie.
Altri tempi potrebbe dire qualcuno (ma non fatevi vedere a dirlo, che se vi vedo poi me la prendo e vi tolgo il saluto…), perché oggi ci si deve confrontare con un mondo di relazioni interpersonali profondamente modificato dall’influenza dei social media. Ma cos’è cambiato in concreto? E nello specifico la grandiosa figura del trombamico esiste ancora? E, se dovessimo lasciarci rapire da una passione “rapace e fugace”, avremmo il coraggio di considerarla una cosa passeggera? Avremmo il coraggio di non provare alcuna gelosia per l’amico di letto? Avremmo soprattutto il coraggio di essere leali con i partner primari?
Sono domande legittime, perché, come si diceva, l’affermarsi della dimensione social all’interno dello spazio dei sentimenti e delle relazioni ha modificato il quadro di riferimento. Adesso succede che un perfetto sconosciuto veda il tuo profilo e, trovandoti carina, si faccia avanti senza troppi problemi. Di solito ti chiede di uscire, esattamente come si faceva una volta; in alcuni casi, senza farsi troppi problemi, ti domanda invece se sei interessata a scopare con lui. Vagli a spiegare che facebook o instagram sono per te solamente strumenti per comunicare, che non li consideri applicazioni di siti porno… 
Al massimo, se sei proprio in vena e hai voglia di giocare, puoi concedergli un po’ di sexting senza complicazioni (anche rinfrancata dal fatto che le persone ad esso dedite per lo più si dicono anche soddisfatte dei loro rapporti “concreti”). Non mi nascondo dietro un dito: ho praticato il sexting (con i miei partner ovvio), ma per mia esperienza posso affermare che la categoria dei maschi, leoni della tastiera, grosso modo si possono suddividere nelle seguenti categorie:
quello all’apparenza timido, che pare praticare il solo sesso virtuale. In altre parole: l’esibizionista.
- quello che sa di essere figo, e che pertanto intende il sexting come una parentesi rilassante tra una relazione vera e una altrettanto carnale.
- quello tanto bisognoso di conferme, i cui centimetri sembrano in lui proporzionali al numero di sillabe nasali da lui digitate sulla tastiera  (mmmmm) 
Non vorrei sembrare troppo severa con l’altro sesso, perché, all’interno di questo circo di “freak del sexting” e del “famolo strano, ma solo sul social”, c’è spazio anche per le donne. Vogliamo ad esempio parlare delle fanciulle che amano inviare alla comunità tutta maschile il proprio culo in perizoma? E quelle che si fotografano in pose ammiccanti, con le labbra semidischiuse e pronte a ricevere? Abominio care ragazze… ma perché mai dobbiamo esporre le nostre porzioni di corpo come se fossimo al mercato, come se si trattasse di quarti pregiati di carne di bue? Perché il risultato è questo. E poi, bambine mie, o vi chiamate Moana Pozzi e avete un minimo di nozione di come si fa uno shooting, altrimenti evitate di mostrare porzioni di cameretta, maglie comprate in stock da Tezenis e scorci di case da piccolo borghese con quadretti di Madonne appesi alle pareti. Lasciate stare, va là, datemi retta: rischiate il ridicolo.  
Un esempio? Un amico, uomo per tanti versi interessante, mi ha mostrato le foto inviategli da una bella signorina; foto molto provocanti, corredate di messaggi espliciti. Quando gli ho chiesto se conosceva quella persona, lui ha risposto che con lei aveva avuto solo uno scambio di sguardi. In ogni caso, citazione: “si trattava di una cavalla scopabile”.
Cavalla? Scopabile?
Fanciulle mediate bene, e chiedetevi cosa vogliamo essere per un uomo.   

#trombamico #amicidiletto #spocchiosamente #tribeca #evulvendo

lunedì 12 marzo 2018

Al servizio del Cappellaio matto


Ho sempre saputo di non essere stata progettata per una vita tranquilla. 
Col tempo ho pure capito che, se proprio devo capitombolare, allora è molto meglio farlo atterrando sui tappeti della magione di Messer BianconiglioNo, non per evitare i lividi che sempre si stampano sulle natiche quando si cade, ma perché proprio da lì si accede al mondo fantastico dell’assoluta possibilità. Nel paese delle Meraviglie posso infatti mangiare e bere a mio piacimento, e sventolarmi col ventaglio, per diventare piccina o farmi gigante; soprattutto, però, nel paese delle Meraviglie mi aspetta il Cappellaio matto... e vi assicuro che non è per offrirmi una semplice tazza di tè. 
Di lui non so assolutamente nulla. Forse è sposato, forse ha figli. Null’altro che statistica però, perché la nostra è una non-relazione; che s’alimenta di puro presente e che si nutre di infinite torte di non-compleanno. Dunque, trattandosi di una non-festa, è d’uopo giocare. 
Io muovo la regina di cuori sulla scacchiera, sorvolando alfieri e scardinando torri. Eppure quell’antipatico del sovrano nero continua a sfuggirmi: con passo mi è addosso e con un passo – della stessa maledetta lunghezza, quasi insignificante – mi schiva. Questo mi fa impazzire, e sono talmente arrabbiata che, se lo avessi tra le mani, torcerei il collo al povero fante di cuore.
Il mio Cappellaio matto mi segue per strada furtivo, non riesco a vederlo ma ne percepisco la presenza. Poi mi manda un messaggio, col quale mi descrive (come sono vestita, quale fragranza abbia spruzzato sul collo, ...). Allora mi blocco, e come un faro impazzito scandaglio l’oceano in burrasca per ritrovare una minima sua traccia. Inutilmente, sempre. Mi vuole e me lo comunica, eppure sempre si sottrae. 
Sentenza prima, verdetto poi
Vado a teatro e mi ordina di fasciarmi nell’abito lungo che ha scelto per me, indossando la biancheria raffinata che un giorno ho trovato davanti all’uscio di casa (perfetta, per gusto e per taglia, come se mi conoscesse da sempre, meglio di quanto io stessa mi conosca). Sono anche consapevole che è nascosto tra il pubblico, perché è lui che mi ha prenotato il palco, buio e solitario, all’interno del quale finalmente mi abbandono. Nulla, nessun messaggio da parte sua. Il secondo atto s’incomincia che ecco lampeggiare il telefonino in modalità silenziosa. Sul display giunge il tanto atteso messaggio: Sei bellissima, come sempre. Non ti muovere, e gli occhi fissi al palco! Ubbidisco, come sempre. Alle mie spalle giunge una mano, che mi accarezza il collo. Il suo respiro è sulle mie orecchie, sa di buono (immagini di tende e di oriente, di deserto e di avventura; tutte si accavallano in un istante, miscelandosi con sentori di cannella e di bergamotto). Sono ormai nuda nel buio. Un secondo dopo quell’oscurità si fa ancora più fitta, accentuata da un nastro di raso che costringe ora gli occhi.
E se qualcuno dovesse vedermi? Sono nuda all’interno di un palco, eppure non mi interessa: quanto può essere feroce il desiderio…           
Non è più dolce il Cappellaio matto, e i capezzoli dolgono tra le sue dita cattive e perfide, assassine e redentrici. Vorrei girarmi e imporre il mio ritmo, il mio desiderio, il mio volere… ma questo gioco ha regole precise, e il Re sa sfuggire alla sua Regina, con un semplice e insignificante passo laterale.
Ruoto verso di lui, mi inginocchio e avverto la stoffa ruvida dei suoi pantaloni. So bene cosa vuole da me, lo capisco dall’ansimare suo sempre più veloce e lo comprendo dalla rigidità di quello stesso tessuto. Ho ragione, come sempre. Adesso mi accarezza infatti col pene, passandolo sul viso e sulle guance, come un pittore che assaggia sul muro la consistenza della vernice; poi lo muove sulle mie labbra serrate, disegnando suoi personali arabeschi. Gioca, e io con lui.
Mi fa mettere coricata a terra, colla schiena sul pavimento e coll’abito sollevato. Lo sento armeggiare con i bordi delle mie mutandine, poi mi intima perentorio nuovamente il silenzio e mi penetra. Vorrei gridare, ma attorno a me seicento persone si inquieterebbero se quel tragico finale venisse squartato dalle urla di una donna che gode. Siamo insieme, finalmente uniti. Alla fine ti ho catturato caro il mio Re, non sei più protetto da cavalli e pedoni, non sei più l’unico a schivare con un passo solamente l’assalto della tua Regina. Ti ho preso, e ora possa tornare alla mia dimensione abituale. 
In fondo, non siete altro che un mazzo di carte…

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