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domenica 2 settembre 2018

Asilo per adulti: a Torino la prima nursery






Vuoi vedere che Pascoli, scrivendo del celeberrimo fanciullino, intendeva gli Adult Baby? Quegli adulti cioè che amano indossare pannolini, rompere giocattoli e ciucciare la tettarella del biberon? Ultimamente mi sono imbattuta spesso in articoli sugli AB, spesso legati a notizie relative all’apertura, in varie città italiane, di spazi dedicati a tale pratica. Ho quindi pensato che fosse opportuno sviluppare meglio l’argomento. Gli AB, come i Diaper Lovers – coloro che amano indossare i pannolini –, diventano bambini o bambine, con tanto di pannolini e di pigiamini colorati, facendo i capricci e giocando con sonaglini. Molti sono iscritti a community dedicate. Spulciando nei loro gruppi mi meravigliano le foto, soprattutto di giovani ragazze in pose provocanti. Attenzione, attenzione: il tutto avviene non con l’aiuto di calze a rete e di perizomi, ma indossando i pampers! A prima vista si potrebbe pensare a una pratica a pagamento, simile all’adescamento in rete con ragazze pronte a masturbarsi compiacendo il desiderio di chi sta al di là del video. Non è escluso che possa esserlo, ma la questione è che in questo caso l’aspetto erotico esplicito non sembra interessare i clienti (nella maggioranza uomini): nei regolamenti delle nursery per adulti, che stanno aprendo in diverse città, tra cui la più recente a Torino, traspare una sua assenza. Capiamoli meglio. Pare che il desiderio di vivere un’esperienza di questo tipo appartenga alla categoria dell’infantilismo parafilico, cioè una pulsione erotica caratterizzata dal desiderio di indossare il pannolone e di essere trattato come un neonato o un infante. A Torino, come a Roma, come a Milano o a Verona e a Napoli è data infatti la possibilità di dormire in una maxi culla, di essere cambiati su un fasciatoio (ovviamente rinforzato) e di giocare con altri adulti bambini. Proprio come in un nido (Il Messaggero, lunedì 6 marzo 2017).

Ma cosa si fa in una nursery di questo tipo?

Qui un adulto si sveste dei panni del perfetto manager, dell’architetto famoso, dell’irreprensibile padre di famiglia o dell’abile idraulico per indossare le tutone, le felpine, il pigiamone colorato e le calze antiscivolo. Una volta che si è così trasformato, ecco che il tipo ritorna il bimbetto di pochi anni che è stato tanto tempo prima, dalla giornata scandita dagli orari e dai riti degli asili veri e propri: l’accoglienza, la pappa, i cartoni animati, i lavoretti con le tate, il riposino e la merenda. E poiché si tratta di asili seri, chiaramente non viene servito alcun cibo-spazzatura o bicchiere di birra, Solo ed esclusivamente frutta e frullati. Si guardano poi i cartoni animati, e si disegna; si gioca infine con la plastilina. Si possono addirittura organizzare feste di compleanno con gli amichetti dove tutti applaudono allo spegnersi delle candeline. Le maestre e le tate hanno il compito di coccolarli, imboccarli e cambiare loro il pannolino. Su quest’ultimo punto gli organizzatori del nido ci tengono però ad essere molto precisi, sottolineando come, durante il cambio, non ci sia mai contatto tra le mani delle operatrici e le parti genitali degli adorabili bebé.

A questo punto qualcosa mi sfugge. Mi chiedo in particolare per quale strano motivo si debba pagare per giocare all’infante, specie se a ciò non è abbinata una soddisfazione di una qualche pulsione sessuale. Anche perché chi ama questo genere di pratica ovviamente lo fa per avere una gratificazione sessuale, anche se priva del coito. Del resto l’infantilismo parafilico appartiene alla classe di pratiche comprese nel BDSM, in quanto l’adulto in pannolino riceve piacere dall’essere sottomesso e diretto dalle proprie maestre, le quali, pur definendosi esperte, non credo proprio possano pretendere di essere inserite nella famigerata graduatoria scolastica della terza fascia! Spesso sono invece Mistress, che al gessetto di solito preferiscono il frustino. In ogni caso continuo a rimanere perplessa, chiedendomi perché alcuni uomini debbano pagare, pare anche profumatamente, per vivere un’esperienza di questo tipo. Basterebbe attendere qualche anno e gli stessi si ritroveranno a vivere tale regressione in tutta naturalezza, e pure con pannolini gratis perché mutuabili, e magari godendo dei servizi offerti da una nerboruta e vera badante. Basta solo attendere…     

Per maggiori informazioni:

www.thesocialpost.it (28 agosto 2018)

www.affaritaliani.it (21 marzo 2018)

www.abnursery.it (dove trovare le date e le location degli eventi)

Barbara Costa, Pornage, edizione Il Saggiatore, pp. 189- 196

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