Consigli per una vita di coppia felice e per una singlitudine serena, senza troppi sensi di colpa.

sabato 10 febbraio 2018

Vagina e dintorni

Ripetiamo tutti insieme, con passione e amore: 
va-gi-naaaa
Non vi sembra che la parola stessa abbia un suono incantevole, armonioso e luccicante? Pensateci bene: quando la si pronuncia a voce alta pare infatti di avere a che fare con una canzone. Prevale la A, vocale aperta; e per pronunciare bene il termine occorre spalancare le labbra e scandire il tutto quasi sorridendo. In una esplosione di glitterata gioia.
Le mie amiche ed io siamo del resto vagine, e non ci vergogniamo punto di definirci tali; anche perché in questi anni l’abbiamo usata proprio bene, e ce ne siamo prese cura con dedizione. L’abbiamo regalata con disinvoltura a coloro che la meritavano, amici, amanti o compagni. L’abbiamo però anche coccolata, perché mica ce la siamo tenuta nascosta come una reliquia. E perché mai avremmo dovuto farlo? Del resto, se la dai di solito non se la tengono e anzi ti viene spesso anche poi restituita. Per lo più felice e rilassata, come dopo una settimana di terme e Spa.
Ricordo quando per la prima volta ho scoperto la sua esistenza. Che emozione... (scusate, sono sopraffatta…). Allora, riprendiamo: avevo circa sei o sette anni, e facevo il bagno con due amichetti. Le nostre mamme erano molto amiche e quindi capitava che noi bambini trascorressimo molto tempo assieme, dormissimo nello stesso letto e condividessimo spazi e giochi. Eravamo quindi nella tinozza, e abbiamo iniziato a spruzzarci col getto dell’acqua della doccetta mirando con precisione alle parti intime. Fiiii, dei veri cecchini! Devo dire che la cosa non mi ha lasciata indifferente, e credo che lo stesso sia capitato ai miei occasionali amichetti (non vorrei sbagliare, ma secondo me, a partire da allora, tutti e tre, nelle rispettive camerette, ci siamo esercitati a quel nuovo gioco… tanto, tanto esercizio). Dunque, la morale della favola mi pare sempre una: non condanniamo l’autoerotismo; del resto, come sostiene Woody Allen, si sta solo facendo sesso con qualcuno che si stima molto. Poi è venuta la sperimentazione scientifico-artistica, con noi ragazze desiderose di guardare negli occhi il mondo ormai sempre più spesso guidate dalle parole di un qualche cantautore-mentore. A fare l’amore alla boia di un Giuda e al freddo in una stanza di altri e spoglia.. era più un fatto “di clima e non di voglia”. Chi ci ha aiutato allora sono stati amici generosi e curiosi, dimenticando le raccomandazioni di nonne e mamme in ansia per l’integrità del nostro imene. E alla fine, guardando oggi indietro, devo dire che ce la siamo cavate più che bene.
Per tornare a LEI, quanta ignoranza c’è intorno alla vagina?
Tanta, e non solo maschile. Basterebbe citare un piccolo aneddoto. Quando frequentavo il primo anno di università avevo un’amica terrorizzata per il test di gravidanza che avrebbe dovuto fare: il suo ragazzo, con cui non aveva mai avuto rapporti completi, aveva infatti eiaculato in prossimità della sua vagina. In prossimità? In prossimità quanto? Se non hanno bisogno di google maps per arrivare a destinazione allora forse c’è da preoccuparsi; però anche se giungessero al punto, quei cattivoni di spermatozoi saranno poi dotati di materiale d’alpinista per scalare in sicurezza la vulva? Mica saranno tutti emuli di Messner alla conquista dell’Everest! Spero che nel frattempo la ragazza abbia ampliato le sue conoscenze geografiche.
Vagine rilassate e vagine arrabbiate. Come quella volta che ho seguito l’autorevole consiglio di un’amica viaggiatrice, di quelle molto ma molto esperte in adventure travel (se dovessi un giorno riferire di essermi iscritta a un viaggio simile, per pietà abbattetemi subito… ve ne do facoltà), la quale enumerava i vantaggi della depilazione completa Molto più igienica, mi diceva… e vuoi mettere la comodità quando si tratta di staccare una qualche sanguisuga maliziosa che proprio lì è andata a svernare.
Pur non avendo alcuna intenzione di avventurarmi al di fuori di paesi di comodi bidet (ed è molto dura, ormai… parbleu), quel consiglio ho finito per farlo mio approdando alla pratica estrema della depilazione brasiliana. Mannaggia a me, non l’avessi mai fatto e mi fossi tenuta il mio pelo riccio da barboncina di lusso. Adesso mi ritrovo a spendere patrimoni al fine di conservare lo stato della pelouse, rinnovando a frequenza settimanale la potatura (piccola avvertenza per le giovani naviganti: se si inizia con la ceretta totale, poi non c’è più luce in fondo al tunnel e ne diventi schiava). Per farsi perdonare dalla povera nostra compagna di viaggio e di giochi la tortura della forzata tosatura diviene poi opportuno non farsi mancare copiosi acquisti di biancheria in seta, impalpabile e delicata, che accarezzi le parti intime arrossate e ne accompagni il ristoro come una carezza birichina. Adesso però basta parlare dei miei ricordi e del rapporto con la migliore amica che ho, passo la parola a Donatella Tarozzi, che molto più seriamente di me è in grado di spiegare come funziona e quali accortezze donne e uomini debbano avere per maneggiarla con cura.


Liv Stromquist ha creato un fumetto sulla vulva. La disegnatrice svedese, femminista convinta, affronta, con intelligenza e grazia, un tema spinoso: la vulva nella storia. Le donne sono state quasi sempre identificate, un’epoca dopo l’altra, come soggette sottomesse ai desideri irrazionali espressi dalla loro vulva, come se questa vivesse di una vita propria. A tuo parere quanti conoscono realmente cosa sia questo spazio delle delizie, ben protetto in mezzo alle gambe femminili? 
In realtà la vagina è solo una parte dell’organo sessuale femminile. La parte esterna dei genitali femminili si chiama VULVA e comprende l’area dal monte di Venere all’ano cioè clitoride, piccole labbra, grandi labbra e vestibolo vaginale cioè l’entrata in vagina.  La vulva è composta da tessuto erettile elastico e spugnoso ricco di vasi sanguigni e gioca un ruolo fondamentale nelle sensazioni sessuali e nell’eccitamento. La clitoride è formata dal glande che è la parte esterna lunga 1-2 cm circa particolarmente sensibile alla stimolazione manuale ed orale e da una parte interna che misura 3-4 cm a riposo fino a circa 7 cm in erezione. E’ simile al corpo spongioso del pene e la sua stimolazione contribuisce alla lubrificazione della vagina essendo a stretto contatto con la parete vaginale anteriore. Pertanto solo la parte interna dei genitali femminili è chiamata VAGINA ed è un canale muscolo-membranoso che collega l’utero alla vulva cioè alla parte esterna. Vulva, uretra, vagina e ano costituiscono il perineo che è la parte visibile dall’esterno.


Parlando con le donne mi è capitato spesso di sentire ancora tante inesattezze circa l’orgasmo vaginale o clitorideo. V’è addirittura qualche donna che pensa all’orgasmo clitorideo come un finto orgasmo. Oppure ci sono donne che sono convinte che solo il raggiungimento in contemporanea dell’orgasmo provi l’esistenza del vero amore. Ho anche raccolto confidenze di ragazze che non avevano mai provato il piacere, applicandosi al solo orgasmo del partner. A tuo parere esiste una “ginnastica” utile a favorire, anche durante il rapporto, il raggiungimento dell’orgasmo da parte della donna?  
I genitali femminili sono collegati alle ossa del bacino mediante alcuni muscoli, in gergo anche chiamati muscoli dell’amore. Durante la penetrazione del pene in vagina la contrazione di questi ultimi favorisce la lubrificazione, il rigonfiamento delle piccole labbra e della vagina, la trazione, vibrazione, stimolazione ed erezione della clitoride e contribuiscono al raggiungimento dell’orgasmo. Ma di questo ne parleremo nel prossimo incontro che faremo il 6 marzo.


Esiste veramente il fantomatico “punto G”?  
Certo che sì! È un’area di 1-2 cm sulla parete anteriore della vagina vicina alla vescica e uretra particolarmente sensibile alla stimolazione meccanica diretta. Durante l’orgasmo il muscolo elevatore dell’ano porta il corpo della clitoride in stretto contatto con la parte anteriore della vagina e questo potrebbe spiegare la particolare sensibilità del cosiddetto punto G. Le uniche strutture anatomiche identificate nel punto G sono le ghiandole di Skene che secernono un fluido durante la stimolazione sessuale, e favoriscono l’eccitazione e l’orgasmo.

Alcune giovani donne, specie se alle prime esperienze, mi confidano d’avere provato troppo dolore (o di non averne affatto provato); alcune dicono di sentirsi giudicate dal loro ragazzo perché, nel momento della deflorazione, non hanno versato sangue. Possibile che la “verginità” rappresenti ancora un problema per le stesse donne? E, parimenti, com’è possibile che gli uomini siano ancora così condizionati da tabù e credenze popolari?  
L’imene è una membrana sottile ed elastica che protegge l’entrata in vagina e dal punto di vista anatomico fa parte dei genitali esterni cioè della vulva. È visibile con l’uso di uno specchio. In genere l’imene viene lacerato durante il primo rapporto sessuale ma in alcuni casi è talmente elastico da non essere intaccato dalla penetrazione. Può essere lacerato durante il parto o con l’uso di assorbenti interni, uso della bicicletta, particolari attività sportive. L’imene ha caratteristiche diverse da donna a donna: sono state rilevate almeno otto conformazioni, anulare o circolare, semianulare, imperforato, ecc… La deflorazione, cioè la rottura dell’imene non è dolorosa e può portare un temporaneo sanguinamento. In alcune donne l‘imene è inesistente dalla nascita o poco sviluppato ma questo non comporta problemi a livello fisico o sessuale. L’estrema rigidità e resistenza dell’imene può rendere impossibile la penetrazione e può dare origine a varie problematiche come il vaginismo. L’imene non è un metodo anticoncezionale perché come così come il flusso mestruale e le secrezioni vaginali sono in grado di attraversare la membrana, anche il liquido seminale può penetrare all'interno della vagina e fecondare efficacemente l'ovulo. L’informazione è fondamentale perché l’idea che l’integrità dell'imene sia sinonimo di verginità femminile e che durante il primo rapporto sessuale ci debba essere una perdita di sangue costringe ancora oggi molte donne a vivere male la propria sessualità, a sentirsi ingiustamente accusate di non essere più vergini e a ricorrere per motivi sociali, culturali o religiosi ad una imenoplastica per ristabilire la verginità anatomica.


È vero che alcune ragazze si fanno chirurgicamente ritoccare la vagina?
È aumentata negli ultimi anni anche la chirurgia estetica vaginale per l’errata convinzione che la propria vagina abbia qualche difetto perché diversa da quelle viste sui giornali o sul web. Ogni vagina è diversa come sono diverse le mani, gli occhi, la statura, i piedi. Non esiste paragone. Non ci sono vagine di serie A e di serie B. Ogni donna deve essere ORGOGLIOSA dei propri genitali.

Per approfondire e discutere insieme tutti questi temi ci troviamo al Tribeca caffè di via Trieste, a Ravenna, a partire da 20 febbraio, dalle ore 20.30. Durante serata l’attrice e scrittrice ravennate Francesca Viola Mazzoni reciterà brani scelti da “I monologhi della vagina”




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