Consigli per una vita di coppia felice e per una singlitudine serena, senza troppi sensi di colpa.

domenica 22 aprile 2018

Il grande freddo, ovvero quella santa di Maria Maddalena



Nelle chiacchiere tra amiche uno dei principali leit motiv riguarda l’inevitabile noia che prende dopo un po’ che frequentiamo un uomo; quando cioè al perentorio “togliti le mutande” il nostro “Lui” inizia a sostituire prolisse discussioni sugli acciacchi di stagione o le difficoltà di fare quadrare i conti di casa. Anche perché se il soggetto è sposato molto spesso si corre il rischio, ascoltandone le lamentele e i racconti, di entrare in rapida confidenza con la “consorte” ufficiale. E si finisce per conoscerla assai meglio di quanto la conosca lui, al punto da trovare assolutamente normale accompagnarlo a fare compere per il loro anniversario. Oh, giuro…  come personal shopper io sono davvero bravissima; e nessuna delle compagne dei miei lui pare si sia mai lamentata dei regali che ho saputo suggerirgli (anzi, a volte proprio quegli oggetti hanno contribuito a trasformare le povere Cenerentole in “pantere del sesso”). Autolesionismo? Forse; ma io che ci posso fare? Il mio spirito da crocerossina evidentemente si applica come un bendaggio non solo al dolore del povero maschio incompreso, ma pure alle sofferenze dell’intera sua famiglia (compresi zii, nipoti e cugini di terzo grado). Confesso, confesso a Dio onnipotente, di avere più volte infranto il nono comandamento; ma giuro di averlo fatto sempre in buona fede e per una giusta causa. A tal punto sono convinta della mia santità da potere affermare di credere alla possibilità di ritrovarmi, alla fine dei tempi, seduta alla destra di San Pietro, premiata da quel gran figo con barba hipster e afrodisiaco profumo da pescatore, quale meritevole “salvatrice di coppie in crisi”. Pensateci bene: e se il fedifrago avesse scelto una donna molto più stronza, magari accecata dalle pretese? Quanto più complicata sarebbe stata la sua povera esistenza? Così ammetto, con luccicante candore, di faticare non poco a comprendere le ragioni delle amiche quando si lamentano dell’indecisione del loro uomo, che non ha ancora deciso di lasciare la compagna e si ostina a rifiutare di lasciare lo spazzolino da denti a casa loro. Io farei lo stesso. Anche perché sono convinta sia meglio vivere con leggerezza una storia, evitando di imbrigliarla nella solita matrice prestampate. Soprattutto, sono convinta che la leggerezza possa preservare da alcuni rischi esiziali: non vorrete mica ritrovarvi ad acquistare, assieme al prodotto principale, anche il pacchetto di amici e parenti vari? E non vorrete mica rischiare, come conseguenza del lavoro dell’avvocato civilista della sua ex, di passare dal ristorante a cinque stelle alla pizzeria d’asporto sotto casa? Ergo, alla fine della fiera, care amiche mie, mi sento di poter dire: lasciate la noia della quotidianità a chi sa stirare una camicia, e non appena il discorso vira sul refrain “io e mia moglie siamo come due amici” fingetevi morte! E ricordatevi che, ne Il grande freddo, è proprio colui che si piange e di cui si vedono solo i piedi a essere diventato famoso.          



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