Single
per necessità o single per scelta? E se si torna single dopo anni di convivenza?
Quanti di noi scelgono realmente di restare soli? Quanti single, invece, vivono
una vita di coppia?
In effetti
vedo più situazioni di questo tipo: persone apparentemente felici all’interno
di un matrimonio, ma che non provano più nulla l’uno per l’altra, se non
indifferenza o, quando non ci si fa guerra, una parvenza di amicizia. Spesso, rassegnati all’infelicità, uomini e donne dichiarano di martirizzarsi nella relazione per il bene dei figli o per
salvaguardare le apparenze. Certo non è facile rompere le abitudini e trovarsi improvvisamente
soli a gestire una nuova casa, le pratiche di separazione, spese impreviste e
una diversa gestione del tempo. Molto meglio, allora, perseverare nell’infelicità,
crogiolandosi nell’inettitudine. Tanto esistono i social a darci un brivido di trasgressione:
quante storie virtuali iniziamo e chiudiamo compulsivamente per non morire di
noia mentre il partner dorme nell’altra stanza.
Chi,
invece, è tornato single dopo una separazione, spesso cerca di riempire il
vuoto nel letto con incontri effimeri e senza futuro. Non che sia un errore,
per carità, concedersi momenti di pura evasione erotica. Ma se ognuno di noi ha diritto di gestire la
propria vita sentimentale come crede, talvolta il rischio di finire in overbooking da prestazione è abbastanza alto.
Altri,
pur di non restare soli, si appoggiano alla prima stampella che incontrano. In
fondo tutti siamo stati educati fin da piccoli a sentirci veramente realizzati
solo in coppia. E se l’amore non è esattamente quello che ci fa tremare le vene
e i polsi, pazienza! Chi si accontenta gode e ci raccontiamo felici in una nuova
relazione quando poi, di nascosto, versiamo lacrime nel ricordare quella appena chiusa. Insomma l’amore
è proprio un gran casino: donne che amano troppo e male; uomini con la paura di
impegnarsi; persone che si lasciano vandalizzare pur di non sentirsi sole. Perché
non è tanto la solitudine a destare angoscia, quanto il senso di isolamento dal
contesto quotidiano: se non siamo realizzati in un vincolo il senso comune ci
dice che non esistiamo. Siamo meteore fluttuanti nell’universo; non ci
meritiamo la felicità.
Essere
single dopo i quaranta non è una passeggiata e come cantava Massimo Ranieri “perdere
l’amore quando si fa sera, quando tra i capelli un filo bianco li colora” può lasciare
un profondo senso di vuoto e di
fallimento.
Da una
parte, infatti, si deve fare i conti con ricordi e recriminazioni, dall’altra
con i sensi di colpa per non avere preservato il nido. Infatti, in una società,
dove ancora il solo rapporto ammesso è quello monogamico (e dove una donna
viene additata se vive liberamente la sua sessualità), ovviamente non può
esserci spazio per chi decida di sperimentare altri tipi di relazioni o più
semplicemente desideri prendersi cura di sé.
Occorre
pertanto coraggio e ironia nel controbattere alle battute feroci del tipo “ancora
sola alla tua età?” a cui segue immancabilmente un “beata te chissà quanto ti
diverti…” ovviamente i puntini di sospensione alludono ad un divertimento
inteso come “libera erogazione di prestazioni sessuali”.
Se poi
siamo single con figli, non ne parliamo! Il giudizio morale si scatena: i
bambini sono poveri orfani abbandonati da genitori disgraziati.
Concludendo,
allora l’amore esiste? Possibile che tutte le nostre relazioni siano destinate
al macero? Sì, se ci ostiniamo ad inseguire l’Amore (con la A maiuscola),
quello a cui siamo abituati nei film, nelle canzoni o nei romanzi, all’insegna
della devozione e del sacrificio.
Questo
non può che riservare frustrazione e aspettative disilluse. Se amare significa
rinunciare a se stessi, mettersi al secondo posto o soffrire, forse scegliere una
vita in vacanza non è così sbagliato.
Esiste
una ricetta per la felicità? L’unica risposta possibile è quella di andare
realmente incontro all’altro, senza diffidenza, imbarazzo o troppe aspettative.
Perché un rapporto possa iniziare sotto i migliori auspici occorre vivere la
persona e non la situazione, l’apparenza o un’illusoria trama Harmony.
Ps: Evulvendo 2019 sta per ricominciare. con Donatella Tarozzi e Francesca Viola Mazzoni vi aspetto il 13 febbraio al Tribeca caffè, via Trieste 20 Ravenna, dalle 20.30 (vi consigliamo la prenotazione al numero 0544 422516)
Nella prima serata affronteremo il tema come essere single e felici, ma anche come riconoscere e superare ciò che ci impedisce di trovare l' amore.
vi aspetto numerose e numerosi.
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Interessante. Ho qualche punto di vista leggermente diverso, ma trovo interessante ciò che scrivi.
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